Per Pier Silvio Berlusconi un bel due di picche. Anche a lui è rimasto l’amaro in bocca e ora la storia si chiude per sempre
Basta dire il suo nome per capire tutto al primo colpo. Un nome così emblematico che non serve aggiungere nemmeno il cognome, seppur in Italia, e non solo, quel cognome lo conoscono tutti.
Parliamo di Pier Silvio, il figlio del noto Cavaliere. La famiglia Berlusconi è una delle più conosciute e potenti dello Stivale e seppur il padre si sia fatto conoscere non solo per la politica e l’imprenditoria, il figlio, da sempre, ha dato la sua immagine di uomo integerrimo, dedito al lavoro e alla famiglia.
Eppure nonostante un nome del genere, c’è chi ha saputo dire di no a Pier Silvio Berlusconi e ora fa i conti con l’epilogo.
Pier Silvio Berlusconi ed il secco no, ecco quando e dove
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È stata per anni una delle pasticcerie più ricercate e nello stesso tempo, da molti snobbate, di Milano. Parliamo di Supino diventata famosissima per i suoi cannoncini. Nel cuore della città meneghina, in via Cesare da Sesto, zona Papiniano, questa storica bottega non ha mai ceduto alle logiche del mercato ma ha sempre fatto come gli storici proprietari hanno creduto.
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C’è chi ne parla bene e chi ne parla male. Quei cannoncini grandi al massimo come un mignolo della mano, non erano per tutti. Di certo per gli habitué ma non per chi era sgarbato, non salutava o per i grandi nomi che pretendevano. Tra questi c’è anche Pier Silvio Berlusconi che su consiglio di Angela Finocchiaro si recò nella pasticceria per ordinare una quantità industriale dei famosi cannoncini ma, anche per lui, ci fu il ben servito.
E così il figlio del Cavaliere è rimasto con l’amaro in bocca senza avere la possibilità di assaggiare questa delizia. E come lui saranno in tanti i milanesi, e non solo, che non avranno mai più il piacere di farlo. La storica pasticceria Supino, infatti, dopo ben 51 anni di attività, ha chiuso i battenti.
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Gli storici proprietari, marito e moglie, non hanno trovato un giusto erede. “Volevamo passare la mano ma abbiamo trovato solo pasticcioni e nessun pasticcere” hanno detto al Corriere della Sera specificando che il figlio era in cerca di un socio mai trovato e così un’altra pagina della storia di Milano si chiude per sempre.