La famiglia di Dino Budroni, ragazzo ucciso da un poliziotto, sta aspettando la data dell’Appello: le parole della sorella.
La vicenda legata a Bernardino Budroni è, a distanza di dieci anni, ancora aperta. Il muratore fu ucciso da due colpi di pistola sparati da un carabiniere ad altezza uomo dopo un inseguimento sul Grande Raccordo Anulare. La storia di cronaca ha riempito pagine di giornali e rappresenta ancora oggi una delle storie più tristi.
Dino andò sotto al palazzo della sua ex compagna ed era estremamente furioso: l’uomo distrusse anche il portone e allarmò la ragazza, che si trovava in casa con un amico. Proprio la voce al citofono dell’uomo fece infuriare Bernardino. Chiamate le forze dell’ordine, il romano si precipitò in auto e iniziò a correre. La polizia lo segue, e dopo averlo inizialmente perso d’occhio, lo ritrovarono sul GRA e proprio lì iniziò un folle inseguimento. Secondo le testimonianze, partirono due colpi di pistola ad altezza uomo che lo uccisero.
Nel 2013 iniziò il processo: nel 2016 la prima sentenza ha scagionato l’imputato. A quanto pare, il carabiniere ha sparato alle gomme perché l’auto non era ferma. Le testimonianze non trovano riscontro però in questa versione. Nel 2018 Michele Paone è stato condannato per otto mesi di reclusione per omicidio colposo. La Corte di Cassazione ha però accolto il ricorso della difesa e ha annullato la sentenza. La famiglia della vittima attende ancora una data per l’Appello. La redazione di www.inews24.it ha intervistato la sorella: queste le parole della donna.
Caso Dino Budroni: le parole della sorella
“Tutto il processo di mio fratello si è concentrato sull’atto finale”: inizia così il discorso di Claudia Budroni ai microfoni di Inews. La sorella di Bernardino vuole la verità. “Ma non c’è solo quello. Ci deve essere stato qualcosa che ha causato la sua morte. Ci sono molte persone agli atti che non sono mai state ascoltate e io vorrei capire perché”.
L’avvocato della famiglia ha presentato in diverse occasioni istanze: ancora oggi non è mai stata fissata una data per l’udienza. “La nostra famiglia è distrutta. Mio padre, fino alla sua morte, andava ogni giorno al cimitero”, ha svelato ancora Claudia.
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