Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, martedì 11 gennaio, ha comunicato i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.
Il Ministero della Salute ha diramato l’aggiornamento relativo all’epidemia da coronavirus diffusasi in Italia. Stando all’odierna tabella sanitaria, i casi di contagio complessivi sono 7.774.863, ossia 220.532 in più rispetto a ieri a fronte di 1.375.514 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. Sale anche il dato dei soggetti attualmente positivi che ammonta a 2.134.139 (+129.542) e quello dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva: 1.677 in totale e 71 in più di ieri. Le persone guarite sono ad oggi 5.500.938 con un incremento giornaliero di 90.456 unità. Purtroppo, si aggrava il bilancio delle vittime con 294 morti che hanno portato il totale a 139.559.
La Regione Emilia Romagna, si legge nelle note, ha eliminato dal totale dei positivi 7 casi, in quanto giudicati non casi Covid-19. Anche il Friuli Venezia Giulia ha sottratto 6 casi: 3 con test antigenico positivo non confermato da test molecolare e 3 casi rimossi dopo revisione. La Provincia Autonoma di Bolzano comunica che 28 dei 3.041 nuovi positivi derivano da test antigenici confermati da test molecolare e che è stato eliminato 1 caso positivo al test antigenico ma negativo al test molecolare.
La Basilicata specifica che al momento, il dato relativo al valore giornaliero dei “Casi identificati da test antigenico” risulta uguale a 0, in quanto, pur essendo somministrati, i test rapidi risultati positivi sono tutti ritestati con tamponi processati con test molecolare. La Campania segnala che 6 decessi registrati oggi risalgono ad un periodo precedente e che a seguito di problemi tecnici alcuni dati registrati oggi potrebbero essere non corretti e saranno a breve verificati. La Regione Lazio specifica che 11 dei decessi segnalati oggi si riferiscono alla settimana scorsa. Infine, la Sicilia comunica che i decessi riportati in data odierna si riferiscono ai giorni scorsi.
Secondo il bollettino di ieri del Ministero della Salute, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza erano 7.554.344. In salita anche i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 2.004.597 ed i pazienti in terapia intensiva che risultavano essere 1.606. I guariti dall’inizio dell’emergenza erano 5.410.482, mentre il bilancio delle vittime totale saliva a 139.265.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Covid-19, il bollettino del 10 gennaio: 101.762 nuovi casi di contagio e 227 decessi
Stando all’aggiornamento diramato domenica, i casi di contagio complessivi salivano a 7.436.939. Crescevano anche i soggetti attualmente positivi che risultavano essere ad oggi 1.943.979 ed i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva: 1.595 in totale. Le persone guarite erano 5.353.922 mentre i decessi raggiungevano il totale di 139.038.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Coronavirus, il bollettino del 9 gennaio: 155.659 nuovi casi e 157 vittime
Da qui a marzo, metà degli europei sarà contagiata dalla variante Omicron. Questa la previsione di Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Oms. Stando a quanto riporta Sky Tg24, il numero uno dell’Organizzazione sanitaria per il Vecchio Continente avrebbe, infatti, stimato che con l’andamento attuale è questo lo scenario più realistico.
Nella prima settimana di gennaio, sono stati oltre 7 milioni i casi. Un raddoppio rispetto alle due precedenti. Il che si è tradotto, ha chiosato Kluge che ben 26 paesi hanno segnalato che “oltre l’1% della loro popolazione si è ammalata ogni settimana”.
Un cambio di rotta quello che vorrebbe operare la Spagna nella gestione del Covid. Stando a quanto riportano il quotidiano El País e la redazione di Tgcom24, il Governo sarebbe in procinto di attuare un piano per trattare l’epidemia alla stregua di un’influenza. Il premier spagnolo Pedro Sánchez sul punto avrebbe dichiarato: “Dobbiamo valutare l’evoluzione del virus dalla situazione di pandemia vissuta finora verso quella di una malattia endemica“.
Per Sanchez, dunque, bisogna prendere atto che la situazione rispetto ad un anno fa è cambiata e che oltre il 90% della popolazione over 12 sarebbe vaccinata.
In sintesi, il piano sarebbe quello di considerare il Covid come qualunque altra malattia e proporre un passaggio graduale al sistema sentinella, lo stesso che da anni viene impiegato per la gestione dell’influenza. Non si denunceranno più tutti i casi di positività ma a meri fini statistici si comunicheranno dati per capire l’andamento della malattia.
Secondo una recente indagine condotta dalla Fondazione Soleterre e dall’Università Cattolica il 17% degli adolescenti vorrebbe morire o farsi male in questo periodo pandemico.
Un dato emerso dopo aver analizzato un campione di 150 ragazzi di età compresa tra i 14 ed i 19 anni ai quali sono state rivolte diverse domande al fine di sondare i loro sentimenti predominanti. Di questi, oltre il 40,7% avrebbe avuto difficoltà ad esternare le proprie emozioni.
Il presidente della Fondazione Soleterre, riporta l’Ansa, Damiano Rizzi ha dichiarato che in Italia vi sia un’urgenza da non sottovalutare ossia quella di prendersi cura dei più piccoli e degli adolescenti. In loro è necessario lenire quel riverbero negativo che sta avendo la pandemia.
Il dolore psichico, ha proseguito, non è però da considerarsi in base all’età. A patirlo sarebbe tutta la popolazione. Se infatti, nella fascia presa in considerazione il 17,3% avrebbe nella mente pensieri di morte o autolesionismo, il dato proiettato in grande rende i numeri in valori assoluti decisamente elevati.
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