Il carismatico showman Flavio Insinna fa luce sul periodo più tetro della sua vita, dalla depressione a quell’addio che non potrà mai dimenticare.
L’attore e conduttore di origini romane, Flavio Insinna, è uno dei volti più amati della televisione italiana. Dal più recente remake televisivo de “Il Pranzo E’ Servito“, storica trasmissione guidata da Corrado negli anni ’80, all’iconica interpretazione dell’ispettore Zenigata nel cortometraggio “Basette” realizzato da Gabriele Manetti nel 2007, e sino alla partecipazione in altri gettonati format televisivi come le serie di “Don Matteo” e “Distretto Di Polizia“, lo showman ha sempre dimostrato la sua simpatia, la sua umanità ed il suo talento.
Classe 1965 e nato sotto il complesso, ma cordiale e generoso, segno del Cancro, in questi ultimi anni Insinna non ha fatto altro che mostrarsi al pubblico “sempre con il sorriso“. Ed apparentemente senza un reale motivo che potesse esaustivamente spiegare tale sua positiva attitudine comportamentale. Eppure, soltanto chi lo conosce davvero, può sapere quale sia la verità sul suo passato. Ora finalmente, lo showman de “L’Eredità” ed “Affari Tuoi“, ha deciso di raccontare più nel dettaglio le esperienze che hanno caratterizzato il periodo più difficile della sua esistenza.
Insinna, al momento impegnato con le riprese della prossima fiction Rai, dal titolo “A Muso Duro“, spiega di come questo suo approccio alla vita sia il risultato di un duro lavoro che ha svolto, e non senza fatica, su se stesso. Il primo ostacolo è stato affrontare la depressione.
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Come racconta lui stesso, in una recente intervista, ad aiutarlo a risollevarsi in quel momento per lui così tetro, sarebbe stato il padre. Purtroppo però, Salvatore, il papà di Insinna venne troppo presto a mancare. E la sua morte rappresentò per lui la perdita di un fondamentale punto di riferimento. Da quel momento, lo showman, preferì dunque e momentaneamente scegliere di “allontanarsi dalle scene“.
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“Sono stato depresso“, racconta con sincerità e schiettezza il protagonista del nuovo progetto televisivo dedicato alle Paralimpiadi. “Mio padre mi ha fatto curare e un po’ ne sono uscito e un po’ no“. D’altronde, sottolineerà Flavio: “c’è chi dice che se hai il graffio nell’anima o fai lo psicanalista o fai l’attore. Io mi sono aggrappato alla fede: è stata la mia luce“. “Io oggi mi voglio sicuramente più bene“, aggiungerà in conclusione lo showman pronto a lottare per un mondo migliore.
E spiegando infine il motivo del suo attuale modus operandi: “ho imparato a sorridere sempre. Anche senza un motivo vero per essere felice”.
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