Raffaella Carrà e la lotta per restare sempre fedele a sé stessa: nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma lei era davvero così.
Raffaella Carrà ci ha lasciati il 5 luglio dell’anno scorso, ma il suo ricordo è più vivo che mai. La cantante non è stata solo una delle artiste più importanti del nostro paese, ma un vero e proprio “stile di vita” (usando le parole che a lei ha dedicato il regista spagnolo Pedro Almodovar) che ha ispirato intere generazioni. Una delle domande che più l’hanno perseguitata quando era in vita, e che la circonda ancora oggi, è quella che per tanto tempo si è interrogata a proposito del suo ruolo all’interno della comunità LGBTQ+.
Raffaella Carrà, con la sua morte la comunità LGBTQ+ ha perso un’icona unica al mondo
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Raffaella Carrà è stata una vera e propria icona per il movimento LGBTQ+ italiano ed internazionale, ma il percorso che l’ha portata così vicino alla comunità resta sfocato ancora oggi. Quando era in vita Raffaella ha raccontato di essere diventata un modello gay “a suo malgrado, senza aver fatto nulla”, ma sappiamo bene che non è stato affatto così. Il suo carisma, il suo talento, ma soprattutto il suo coraggio e la sua unicità l’hanno resa la perfetta paladina per un movimento che, quando non ci sono personaggi famosi a fare da protagonisti, viene discriminato in ogni modo possibile.
La Carrà non è mai stata dalla parte degli omofobi, anzi. Nonostante i suoi fans non siano proprio tutti d’accordo con gli ideali per cui Raffaella combatteva, e più volte hanno tentato di sperare la sua musica dalla personalità genuina dell’artista, questo non è mai stato possibile: Raffaella Carrà è stata e sarà sempre un’icona gay, forse la vera prima “famosa” a sostenere la comunità in maniera esplicita e senza timori. La cantante, quando era in vita, spesso e volentieri ha preso posizione anche a sostegno delle persone transessuali: “Ma ti pare che una persona transessuale con due lauree non trovi lavoro solo perché è nata in un corpo di maschio sentendosi donna?” chiese una volta al pubblico, lasciando senza parole tanti suoi coetanei che, purtroppo, a un tale livello di apertura mentale e libertà non ci sono mai arrivati. Raffaella, però, era proprio così, e anche se nessuno se lo sarebbe mai aspettato iniziò presto ad usare la propria notorietà a favore delle categorie più discriminate della società.
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La comunità LGBTQ+ ha sofferto molto la scomparsa dell’artista, e i testi delle sue canzoni vengono condivisi quotidianamente in ogni angolo del web.