Elena Curti si è spenta a 99 anni ad Acquapendente . La donna non è mai stata riconosciuta dal Duce, ma gli è stata accanto fino alla morte.
Morta l’ultima figlia naturale di Benito Mussolini. Si chiamava Elena Curti e si è spenta all’età di 99 anni ad Acquapendente, comune in provincia di Viterbo dove si era trasferita nell’anno 2000. Mai riconosciuta dal Duce, la donna era molto legata al padre e gli è stata sempre vicina fino all’ultimo momento. I suoi funerali sono fissati per domani, martedì 18 gennaio, nella cattedrale del San Sepolcro ad Acquapendente, nel Lazio.
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Si è spenta a quasi cent’anni l’ultima figlia (illegittima) di Benito Mussolini. La donna è deceduta all’età di 99 anni tra le mura della sua abitazione ad Acquapendente, comune in provincia di Viterbo. Nata nel lontano 1922 dalla relazione clandestina di Benito Mussolini e della sarta milanese Angela Cucciati, moglie del capo fascista Bruno Curti. La caotica vita di Elena Cuti si intreccia con gli altrettanto intricati e misteriosi episodi che avvolgono la storia del Duce, quali l’arresto nel 27 aprile 1945: la donna era nel blindato seduta accanto a lui durante la fuga di Dongo, prima che il Duce si trasferisse nell’autocarro tedesco, dove fu in seguito individuato e bloccato. Arrestata dai partigiani, Elena fu detenuta in carcere per 5 mesi.
La donna seppe la scioccante verità solo alla maggiore età: “Me lo confessò mia madre a bruciapelo una sera dopo cena. Le chiesi se Mussolini ne fosse informato.“; a quella domanda Angela Cucciati all’epoca asserì, precisando la preferenza del Duce: “Vuole che per ora tu non lo sappia.” Elena Curti aveva già visto, ancora ignara, il padre. Era il 1929 quando, durante una cerimonia pubblica, la piccola fu notata dal Duce, che si chinò per sorriderle e accarezzarle i capelli: “Ebbi la sensazione d’essere prescelta“. Il primo incontro consapevole avviene molti anni più tardi, nel 1941 a Palazzo Venezia. Padre e figlia si frequentarono spesso nel periodo della Repubblica di Salò.
La verità e la storia di Elena Curti è testimoniata tra le pagine dell’autobiografia “Il chiodo a tre punte. Schegge di memoria della figlia segreta del Duce” pubblicato nel 2003.
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