Ad “Oggi E’ Un Altro Giorno” Manuela Villa racconta la sua drammatica esperienza. Poi, dopo la violenza, l’elogio al cantante “più potente in assoluto”: papà Claudio.
“Il dolore è lì che non parla, ma ti sfinisce“, recita uno degli ultimi successi di Manuela Villa, dal titolo di “Se Fossi Un Uomo”. Nel presto pomeriggio di oggi, sarà lei una delle prime ospiti al salottino Rai di “Oggi E’ Un Altro Giorno“. La trasmissione di Serena Bortone presenta un omaggio commovente all’artista e interprete di “Buongiorno Tristezza” e “Il Tuo Mondo”, l’intramontabile cantore della romanità Claudio Villa.
“Combatteva già allora con questa tendenza che c’è adesso“, rivela la cantante classe 1966, raccontando il dramma di alcuni artisti fortunatamente sopravvissuti alle insaziabili redini del commercio e della modernità. Prendendo come riferimento le attraverso parole del padre Manuela parla di “dare”, senza freno, “precedenza nel mondo della musica alla novità, alle nuove proposte“. Ciò era, secondo Villa, un sistema già vigente all’epoca. Quello di mettere dolorosamente in ombra il patrimonio artistico lontano dal “nuova” ma contemporaneo. Poi si volta pagina. “Durante il lockdown pensavo agli episodi di violenza domestica“, riflette ed aggiunge in diretta Manuela.
“Oggi E’ Un Altro Giorno” Manuela Villa racconta la violenza, poi il toccante omaggio a papà Claudio
“Immaginavo tante donne chiuse in casa con l’impossibilità di uscire“. “E’ questo il messaggio che volevo dare“, tuona poco più tardi spiegando quale sia stato per lei un delicato spunto prettamente soggettivo da cui partire. “Io la violenza psicologica l’ho vissuta tutta. La violenza di cui parlo nei miei romanzi è tutta farina del mio romanzo“. Manuela la definirà come “una goccia cinese“, una tortura che lascia dei segni “che non vanno via, e te li porti dietro per tutta la vita“.
“Non vali niente“, questa sarebbe difatti la frase spia di una situazione di tal genere. In cui si propone ad una persona, ed in questo caso particolare alla donna, il chiaro ed infimo specchio di quello che è invece il suo carnefice.
“Mi sono rimessa in discussione, ed ho lottato contro me stessa. E quando sono tornata non ce n’era per nessuno“. Dopo aver passato in rassegna il “potere terapeutico” della sua esperienza da “donna forte“, citando l’intervento di Simona Ventura in diretta, a “L’Isola Dei Famosi” sopraggiungeranno in fretta altri emozionanti ricordi. Stavolta riguardanti il suo straordinario papà.
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Una vibrante parentesi in bianco e nero. “Quando hai deciso che volevi diventare una cantante?” chiede la conduttrice. “Non ho ancora deciso“, spiega ridendo Manuela. Sebbene, racconta infatti l’artista, all’epoca dei suoi quattordici, quindici, anni volesse suonare il pianoforte. “Quello era il mio obiettivo“, poi pian piano sarebbe sopraggiunta quella che oggi è “l’esigenza” del canto.
“Non mi andava di mettermi a confronto“, dichiara in seguito. “Ho sempre giudicato mio padre come un gigante… Artisticamente, no? Una montagna impossibile da scalare. Devo prendermi l’unica cosa che mi rimanere. Ed era la musica“. Lì avrebbe deciso di interpretare i suoi brani.
“Lui è morto il giorno del tuo compleanno, ad un concerto, mentre tu stavi cantando“, chiederà poi la conduttrice. “Si. […] L’ho preso come un passaggio del testimone. Quel giorno, lo ricordo così… Come il passaggio del testimone“. Inizieranno a propagarsi nel mentre, e su tale toccante affermazione, le note di “Un Amore Così Grande“. “Me lo accenni per favore?“, domanderà la Bortone. In attesa di un finale, dunque, degno del meraviglioso e completo artista. Si presenterà la figlia, in quel momento, ad omaggiare nuovamente questa sopracitata ed intima transizione con un omaggio ad oggi “sempre vivo” nel presente di chi resta.
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Dunque, come avrebbe intonato il grandissimo cantautore, la figlia ripercorrerà la sua voce per concludere in maniera “così dolce“. Non sarebbe potuto essere altrimenti.