Sotto accusa per false dichiarazioni, l’ex pm Maria Angioni ricalca importanti indizi investigativi. La decisione della giudice Montericcio.
Proseguono le indagini sul caso di Denise Pipitone, la bambina di 4 anni di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, scomparsa nel lontano 1° settembre 2004 in prossimità dell’abitazione della nonna materna. Da quel giorno, della bimba non si hanno più tracce: con più 500 mila pagine di fascicoli aperti da anni, il giallo resta uno tra i misteri più seguiti e sentiti sul territorio nazionale e internazionale. La madre, Piera Maggio, non si è mai data per vinta e continua la battaglia alla ricerca della verità; ma quando arriva, la verità? Nel frattempo una nuova confessione arriva dall’ex pm Angioni, mobilitata nelle prime fasi dell’inchiesta.
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Nel singhiozzo di apertura dei vari fascicoli, il caso Pipitone continua a tenere col fiato sospeso l’Italia e il Mondo. Mentre proseguono le attività d’indagine, la nuova conferma arriva dall’ex pm Angioni. Indagata per false dichiarazioni, la donna ricalca i suoi spunti investigativi, ribadendo l’esistenza effettiva di un negozio a Terni, dove furono acquistate le 3 schede sim proprio nel giorno della scomparsa della piccola Denise. Le sue ultime dichiarazioni sono chiare: “Non ho ritrattato.“ – ha asserito con convinzione. In seguito, ha proseguito la rivelazione, riferendosi alla mancata approvazione della richiesta da parte della Procura sul suo proscioglimento.
Stando alla sua confessione fuori dall’aula del Tribunale di Marsala; il duplice proscioglimento respinto (sia la richiesta con riferimento all’accusa sia quella per la difesa), deciso dalla giudice Giuseppina Montericcio, le consente comunque di perseguire il suo unico obiettivo: “perseguire la verità nel caso Denise, per cui, di recente, credo di aver fornito importanti spunti investigativi, come quello dell’acquisto di sim telefoniche da un negozio di Terni, di cui non figura indirizzo e partita Iva, utilizzate l’1 settembre 2004 da persone, una anche molto importante, che potrebbero avere avuto un ruolo nel sequestro della bambina.
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“Il tracciato di una queste sim, il giorno della scomparsa” – ha continuato l’ex pm Angioni – “è compatibile con la zona del sequestro e le vie di fuga dalla città”.
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