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Covid 19

Coronavirus, il bollettino del 30 gennaio: 104.065 nuovi casi e 235 vittime

Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi domenica 30 gennaio, ha comunicato i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.

(Ministero della Salute)

Pubblicato il bollettino sull’epidemia da coronavirus diffusasi nel nostro Paese da ormai quasi due anni. Stando all’odierno aggiornamento, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza sono saliti a 10.925.485 con un incremento di 104.065 rispetto a ieri a fronte dei 818.169 tamponi effettuati. In calo i soggetti attualmente positivi che ammontano a 2.643.817 (-20.831). Tornano in crescita i ricoveri in terapia intensiva: 1.593 in totale 5 in più rispetto a ieri. I guariti complessivi sono 8.135.519, ossia 124.706 unità in più rispetto alla giornata di ieri. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 235 decessi che hanno portato il bilancio totale delle vittime a 146.149. 

Coronavirus, bollettino: i numeri in Italia nella giornata di sabato 29 gennaio

(Getty Images)

Secondo il bollettino di ieri, il dato delle persone risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza era aumentato a 10.821.375. In calo i soggetti attualmente positivi che erano pari a 2.664.648. Diminuivano anche i ricoveri in terapia intensiva pari a 1.588 pazienti. Il dato dei guariti era giunto a 8.010.813. Purtroppo saliva ancora il bilancio dei decessi che raggiungeva il totale di 145.914.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Bollettino del 29 gennaio: i dati della pandemia di oggi in Italia

Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di venerdì 28 gennaio

Stando ai dati del Ministero della Salute di venerdì, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza erano saliti a 10.539.601. Tornavano in calo i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 2.706.453, così come il numero dei pazienti in terapia intensiva: 1.645 in totale. I guariti complessivi in Italia erano 7.687.989. Purtroppo il bilancio delle vittime totale saliva a 145.159. 

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Coronavirus, il bollettino del 27 gennaio: 155.697 nuovi casi di contagio e 389 decessi

Covid, a Pasqua fine dell’epidemia in Italia: l’analisi dell’esperto

Il professor Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università Statale di Milano, ha parlato -ai microfoni de Il Corriere della Sera– dell’attuale quadro epidemiologico fornendo ottime speranza.

Per l’esperto questo è il momento di non abbassare la guardia. La variante Omicron sarebbe in rapidissima diffusione e tra i contagi e la vaccinazione ben presto quasi la totalità della popolazione sarà parzialmente immune. La nuova variante del virus sarebbe meno aggressiva e soprattutto meno letale. Riprova ne sarebbero i decessi contenuti in zone del mondo dove le vaccinazioni sono pressoché assenti.

Il Professor La Vecchia è stato interrogato, poi, su quelli che potrebbero essere i risvolti dell’epidemia nell’imminente futuro. Considerato il considerevole aumento del numero dei contagi, nella seconda metà di febbraio dovremmo assistere ad una consistente flessione della curva. Saremmo, quindi, in dirittura d’arrivo perché diminuirà anche la pressione sul sistema sanitario. Per Pasqua, ha specificato La Vecchio, con ogni probabilità usciremo da questo periodo che ormai si protrae da ben due anni.

Antinfiammatori e Covid, la cura ai primi sintomi

Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, avrebbe parlato delle potenzialità degli antinfiammatori nel contenere l’infezione da Covid al manifestarsi dei primi sintomi. Il professore ha affermato – riporta Il Giorno– che il suo istituto ha condotto due studi sul punto. Dai risultati sarebbe emerso che con la somministrazione di questa tipologia di medicinali, sarebbe stata notata una sensibile riduzione di una manifestazione grave della malattia. Sul punto, però, non ci sarebbero studi univoci, pertanto – ha proseguito- sarebbe opportuno un intervento da parte dell’Aifa che potrebbe attivare delle ricerche molto più massive.

Il professor Remuzzi si è focalizzato su quelle che vengono definite “cure domiciliari” che non sono tutte uguali. Ogni malattia viene trattata in casa prima di giungere in ospedale. Stando agli studi del suo istituto nel 90% dei casi, con il trattamento somministrato si sarebbe scongiurata l’ospedalizzazione. Remuzzi ha affermato di aver somministrato nimesulide ed ibuprofene, in sostituzione per i soggetti allergici ai primi due dell’aspirina.

Misure anti-covid prossime alla scadenza: cosa accadrà

Alcune delle misure che il Governo ha deciso di adottare a ridosso delle festività natalizie dovrebbero scadere nella giornata di domani. Si pensi alle feste ed alla chiusura delle discoteche, come anche all’obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale all’aperto. Tuttavia, riporta Tgcom24, è possibile che verrà operata una proroga. Argomento già al vaglio del Governo che starebbe altresì discutendo delle quarantene nelle scuole.

Bisognerà attendere, dunque, che l’Esecutivo si esprima. Le prime indiscrezioni, però, già vedrebbero un prolungamento dell’utilizzo delle mascherine all’aperto fino alla cessata emergenza ossia al 31 marzo.

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