Il 29 gennaio gli inquirenti hanno fatto accesso presso l’abitazione di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich: acquisiti pc e tablet della 63enne.
Proseguono le indagini sul caso di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa il 14 dicembre e trovata morta ventidue giorni dopo.
Gli agenti della Squadra Mobile, su incarico della Procura della Repubblica di Trieste, alcuni giorni fa si sono recati presso l’abitazione del marito Sebastiano Visintin per cercare di acquisire nuove ed utili informazioni provenienti da dispositivi informatici in uso alla donna.
Nell’ambito delle indagini sulla morte di Liliana Resinovich, gli inquirenti – il 29 gennaio scorso- hanno fatto accesso presso l’abitazione del marito Sebastiano Visintin. La Polizia avrebbe acquisito i dispositivi informatici in uso alla 63enne (pc e tablet) al fine di estrarne eventuali informazioni, anche dai social network, utili alla risoluzione del caso.
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Stando a quanto riporta la redazione di Trieste Prima, adesso bisognerà attendere che vengano estratti potenziali dati utili a comprendere cosa possa essere accaduto alla donna scomparsa lo scorso 14 dicembre e trovata morta ventidue giorni dopo.
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Al momento, per la Procura della Repubblica, in persona del sostituto Procuratore Maddalena Chergia, quella del suicidio continuerebbe ad essere una delle piste più battute. Eppure alcuni elementi fornirebbero altre chiavi di lettura. Ad insospettire, soprattutto l’opinione pubblica, la questione dei cellulari di Liliana. Il marito, tempo addietro, aveva dichiarato che la donna ne possedeva uno. Tuttavia, quando la troupe del programma in onda su rai 3 “Chi l’ha visto?” si sarebbe recata presso la sua abitazione, sul tavolo ne erano presenti due.
Una serie di circostanze che, soprattutto in coloro i quali le erano più vicini, non fanno credere alla teoria che la donna si sia tolta la vita. Un amico, di nome Fulvio, ai microfoni di Trieste Prima avrebbe affermato che non sarebbe possibile.
Il cadavere di Liliana Resinovich sarebbe stato rinvenuto all’interno di due teloni di colore nero vicino ad una bottiglia il cui contenuto resta ancora ignoto. Bisognerà attendere i prossimi accertamenti per comprendere la natura del liquido al suo interno che verranno effettuati nei prossimi giorni dalla Scientifica di Padova.
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