Intervista esclusiva a Sara Muzi, influencer e ed ex concorrente del “Contadino cerca moglie”, cosa ha raccontato? Tutti i dettagli
Direttamente dal “Contadino cerca moglie”, molto attiva sui social come influencer e non solo, abbiamo avuto l’occasione di scambiare qualche parola con Sara Muzi. Seguita da quasi quattrocentomila follower, ecco cosa ha raccontato ai microfoni di Yeslife.
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Cara Sara come si definisce in ambito professionale?
Mi definisco una show girl, descrizione che rispecchia in pieno la mia versatilità professionale ed il mio essere eclettica e, di conseguenza, trovare diletto nell’intraprendere tante esperienze diverse, nella vita personale, come nel lavoro. In quest’ultimo ambito mi destreggio tra moda e spettacolo tenendo come comun denominatore i social media. Ho una laurea in giurisprudenza ma mi hanno sempre affascinato la moda e la comunicazione digitale. Di conseguenza, ho un sito web dove offro servizi di social media management e social media styling, ovvero tutto quello che riguarda la crescita organica di un profilo social dalla componente visiva all’engagement, l’interazione con il pubblico. A questo unisco una community in cui, sottoscrivendo un abbonamento, gli iscritti possono accedere ad una gallery esclusiva di foto tratte dai miei lavori come modella. Per gestire il sito mi basta una connessione internet, per cui, nel frattempo, viaggio sponsorizzando hotel e prodotti come influencer, o mi dedico alla televisione, in veste di attrice o di me stessa nei reality, quest’ultima parte è quella che mi piace di più chiaramente.
Il suo profilo Instagram vanta di più di trecentomila follower, cosa sono per lei i fan?
Sono una continua fonte di confronto e, dunque, di crescita personale. So che molti si sarebbero aspettati come risposta, esclusivamente, una fonte di guadagno. Tuttavia, posso assicurare che il mondo degli influencer oggi è inflazionato, e i più non ci pagano affitti e bollette. Io stessa, per molto tempo, non riuscivo a guadagnare nulla, fino a quando non ho capito che la gente vuole vedere la gente e non solo la tua vita presentata come fantastica. Da qui ho cominciato a mostrarmi nelle mie debolezze, a proporre le mie perplessità su avvenimenti o temi sociali caldi, aprendomi al dibattito, qua e la con una nota sarcastica, flirty o autoironica, ed il mio engagement è cresciuto. Chi, come me, ha la fortuna di avere un seguito, e quindi un pubblico così ampio, dovrebbe sempre tenere a mente che come interlocutore ha qualcuno che, nel bene o nel male, è disposto a informarsi e a comprendere quello che fai, come lo fai e perché lo fai. Il processo empatico che si innesca è una grande risorsa di arricchimento socio culturale per me, in questo senso, mi porta a pormi delle domande. L’influencer può motivare, può ispirare talvolta, e innescare meccanismi di emulazione che poi sono i responsabili dell’esistenza della cultura e della società perché ci portano ad aprirci all’altro. Per questo cerco di rispondere il più possibile a chi spende del tempo per lasciarmi un pensiero od un messaggio in direct, soprattutto se il commento è sensato e si tratta di follower affezionati.
In che modo lei usa i social?
Ultimamente sono poco attiva perché sto vivendo un’esperienza di viaggio intensa a Dubai.
Ad ogni modo, a livello personale, condivido semplicemente momenti della mia vita, dal lavoro al relax, passando per stati emotivi, luoghi, cose o avvenimenti che hanno attirato la mia attenzione, tanto da volerli immortalare in un’immagine o un video. I social sono il mio grande archivio di ricordi che mi piace condividere con tutti. Come dico sempre, il mio carattere dolce ed empatico tradisce un aspetto da pin up, ed apre il cuore ad una comunicazione onesta, che, solitamente, cattura i miei interlocutori e followers per l’inaspettata profondità dei messaggi d’ispirazione wanderlust. A livello lavorativo, promuovo prodotti o servizi di cui ho testato in prima persons efficacia, benefici e valore, creando contenuti, in linea cone tendenze virali del momento ed omogenei, per soggetto e colori, con quello che è lo stile del mio account.
Ha partecipato al “Contadino cerca moglie”, cosa ci racconta di questa esperienza?
È stata una mano dal cielo dopo un periodo davvero duro per me. Oltre alle difficoltà che tutti abbiamo dovuto affrontare a causa della pandemia io, ho anche dovuto fare i conti con, nell’ordine: la perdita di una società a Miami, un problema legale molto grosso e gravoso, la perdita del mio amore e la morte di mio padre. Quindi la partecipazione ad un reality televisivo, tra le protagoniste, cosa che ho sempre sognato, è stata proprio una boccata d’aria fresca. Il contadino cerca moglie 2021 mi ha catapultato in una condizione di vita estrema, in quanto agli antipodi dalla mia, quindi ho imparato un sacco di cose, ho conosciuto delle persone favolose con cui si è creato un legame autentico di amicizia, e sono riuscita a far vedere un lato di me fragile ed emotivo che mi vergognavo ad esporre. Ho dimostrato che non bisogna giudicare dalle apparenze perché le persone vanno scoperte. Infatti, investire tempo in una conoscenza vale perché spesso da riscontri del tutto inaspettati. Invece, cadere negli stereotipi del giudizio a prima vista, è quanto di più fuorviante ci sia oggi in un mondo basato sull’informazione mediatica visiva.
Alcune persone hanno legato con me perché anche loro vittime di uno stereotipo o, al contrario, giudicanti, che poi hanno capito quanto sparare giudizi affrettati possa precludere incontri interessanti. Sono felice di aver trasmesso questo messaggio e di aver intrattenuto il pubblico scherzando e drammatizzando, facendo me stessa insomma.
Come mai ha deciso di parteciparvi?
Non ho un fidanzato da molto molto tempo. Molte frequentazioni, anche con coinvolgimenti emotivi importanti, ma forse solo da parte mia e senza, ad ogni modo, l’idea di coppia con un progetto comune. Assunto questo, ho pensato che la pandemia fosse il presupposto per un taglio con il passato e, magari, cambiando tipologia di uomo e ambiente, avrei potuto trovare l’amore. In seconda battuta la possibilità di usare la tv per farmi conoscere per quella che sono, senza più celare lati del mio carattere per paura di non piacere e farmi vedere debole.
Ha partecipato anche a “Riccanza“, qual è un ricordo di quell’avventura?
Ricordo il susseguirsi di battute in e fuori registrazione, tante da avere male agli addominali, questo perché ero sul set con alcuni dei miei migliori amici come Jean Luc Meledje, che faceva il Karl Lagerfeld di colore della situazione. Gli cadeva continuamente la parrucca, io lo prendevo in giro perché si toccava i capelli che non aveva più, e nel frattempo a me cadeva la maschera. Un circo!
Ha mai pensato al “Grande Fratello“?
Hai voglia se ci ho pensato! Considerando la quantità di stagioni estive che ho fatto lavorando e condividendo la casa con 9/10 persone; e dunque, la mole di risate, pianti, avventure e sclerate che hanno reso quei momenti ricordi indelebili nel mio cuore (vi giuro, mancavano solo le telecamere, appunto!), non mi perderei l’esperimento sociale sotto l’occhio televisivo per nulla al mondo. Sarebbe un momento di vita e crescita personale unico.
Come convincerebbe gli autori a farla entrare ?
Purtroppo e per fortuna la vita mi ha portato ad affrontare in 30 anni quello che le persone sperimentano. Ho una consapevolezza di me stessa piuttosto matura, perché ho sofferto e vissuto con pathos ogni dolore e ogni gioia. La pandemia mi ha obbligato a fare i conti con me stessa, mi sono rimboccata le maniche e ho trovato la forza in me. Tutto grazie alla fede. Non ti parlo solo di religione ma di qualcosa di molto più omnicomprensivo, fede nella vita, nell’universo. Crederci insomma. Perché se non ci credi tu gli altri non lo possono fare per te. Da lì ho deciso di mostrarmi per quello che sono, a tutti, non più solo agli stretti. Ho smesso di pensare: “Do agli altri ciò che vogliono di me per un cliché basato sull’apparenza, tanto mi considerano così”. Mi sono stancata di essere stanca di spiegarmi e mi sono mostrata perché talvolta quello stereotipo mi va stretto, non mi rispecchia e ciò mi fa soffrire. Quindi il mio apporto al GF non sarebbe solo un messaggio di forza, sarebbe una testimonianza concreta di essa e della fiducia nella vita, soprattutto, con la desolazione dei tempi che corrono, penso possa essere bello ed ispirante.
Cosa le piace di più della televisione?
Mi piace l’immediatezza tra la creazione del contenuto e la fruizione da parte di chi lo riceve, il pubblico. Questa è senza filtri soprattutto nei reality, dove ai telespettatori viene proposto, quasi come un’inchiesta collettiva, il dilemma tra essere corretti ed apparire corretti, che è ciò che mi affascina di più della tv. Nei reality, in particolare, puoi essere brava quanto vuoi a recitare ma arriva un momento in cui, se fingi, si vede, perché la pressione psicologica fa fluire le emozioni con una percezione autoreferenziale molto amplificata. Ciò vuol dire essere umani. In particolare, la reality tv, che rappresenta situazioni ispirate alla realtà vissute da altre persone, propone 3 elementi di spunto per interrogarsi su se stessi ed i propri rapporti sociali: l’indifferenza allo sguardo (delle telecamere e dunque di un audience consistente), all’opposto, le convenzioni sociali, che possono influenzare il comportamento, e la perdita dell’autocontrollo quando il lato emotivo prende il sopravvento sul raziocinio. Ciò mi sollazza un sacco perché crea empatia e lo spettatore può ritrovarsi in talune dinamiche sociali.
Sta lavorando a qualche progetto?
Sto creando dei contenuti sul mio viaggio a Dubai da proporre per una proposta di programma che abbia a tema la vita di alcuni influencer italiani all’estero. Ad ogni modo, voglio riprendere concretamente il discorso televisivo subito una volta rientrata in Italia.
Cosa si augura per questo 2022?
In primis mi auguro di partecipare ad un nuovo reality. Secondariamente, sembrerà banale, ma, spero di ritornare quanto prima ad un situazione il più simile possibile a quella che definivamo normalità prima del Covid.
BEATRICE MANOCCHIO
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