Dopo 25 giorni dal ritrovamento del cadavere di Liliana Resinovich, il suo amico di vecchia data ha varcato l’area transennata dai vigili del fuoco.
Prosegue l’inchiesta sul caso di Liliana Resinovich. Sono trascorsi all’incirca due mesi dalla scomparsa della donna triestina dall’abitazione di via Verrocchio dove viveva col marito Sebastian Visintin, il 14 dicembre 2021; quasi un mese dall’agghiacciante rinvenimento del suo cadavere, lo scorso 5 gennaio. La salma della 63enne è stato ritrovato avvolto in dei grandi sacchi neri della spazzatura: la plastica non solo le avvolgeva il corpo, ben conservato nonostante il freddo e il maltempo, ma anche testa e collo senza particolari compressioni.
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Diventa sempre più lontano quel 14 dicembre, data della sparizione di Liliana Resinovich. La 63enne triestina sarà rinvenuta priva di vita quasi un mese più tardi. Era esattamente il 5 gennaio quando la vittima fu ritrovata in posizione fetale nel boschetto nell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Il caso resta un giallo: al momento non vi sono ancora indagati e gli investigatori non escludono alcuna pista; tuttavia, quella del suicidio appare un’ipotesi davvero inverosimile. La poca probabilità dell’atto suicidario arriva dagli ultimi dettagli emersi durante l’ispezione degli effetti personali rinvenuti accanto alla salma della donna: tra questi una borsetta vuota.
Tra accuse reciproche tra gli uomini più a stretto contatto con Liliana fino al giorno della sua scomparsa – il marito Sebastiano Visintin e l’amico Claudio Sterpin – proseguono le attività di indagine sul caso. All’attesa dell’esito dell’esame tossicologico si aggiunge anche la speranza di un accertamento dal risultato dell’analisi sui due sacchi neri che, non stretti, avvolgevano il collo e la testa di Liliana e sul liquido contenuto all’interno della bottiglietta ritrovata vicino al cadavere. Il 30 gennaio, a 25 giorni esatti dalla terribile scoperta, l’amico di vecchia data della signora Resinovich, Fulvio Covalero, ha varcato il boschetto transennato dai vigili del fuoco per ripulire l’area dagli ultimi reperti.
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