Il cantautore genovese ha svelato cosa ne pensa della reinterpretazione della sua canzone che la coppia ha proposto nella serata delle cover.
Il 72esimo “Festival” della canzone italiana si è concluso ieri sera con la vittoria indiscussa del duo Mahmood e Blanco con la canzone Brividi, seguiti da Elisa con O forse sei tu e al terzo posto Gianni Morandi con Apri tutte le porte. Azzerati i voti precedenti, a decretare la canzone vincitrice tra le tre finaliste è stato il voto congiunto di televoto, demoscopica 1000 e sala stampa.
La coppia finita al primo posto della classifica però non ha solo stregato con la sua canzone inedita ma ha anche creato scalpore per l’interpretazione di un brano di successo nella serata della cover in cui hanno scelto di azzardare con Il cielo in una stanza, del celebre cantautore Gino Paoli.
Proprio quest’ultimo, intervistato da Repubblica, ha accettato l’invito di ascoltare in diretta la sua canzone cantata dai giovani cantanti e alla fine ha dato un giudizio inaspettato.
Cantautore, musicista ed ex politico italiano classe 1934, alla storia per aver scritto e interpretato brani di enorme popolarità come Il cielo in una stanza, La gatta, Che cosa c’è…e moltissimi altri.
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Neppure il Covid lo ha fermato, tanto che ha accettato subito l’invito di Repubblica a restare sveglio alla tv nella serata della cover per dare un giudizio schietto sull’interpretazione del suo brano da parte della coppia in gara.
Il cielo in una stanza è stato scritto da un giovane Paoli appena 25enne in cui descrive l’incontro con una prostituta avvenuto in un bordello di Genova. Il brano fu composto nel 1960 e interpretato per la prima volta da Mina nel 45 giri Il cielo in una stanza/La notte e nell’omonimo album.
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L’ascolto dell’inedita interpretazione di Mahmood e Blanco è stata per lui un’occasione unica che ha scosso profondi sentimenti e ricordi passati.
Ha ammesso che non si aspettava che anche due giovani cantanti, testimoni delle attuali generazioni e dei gusti moderni, potessero dare nuovo lustro ad un’opera che lui pensava potesse essere solo la visione della sua generazione. Un’epoca che invece con i due vincitori del “Festival” è tornata alla ribalta più forte che mai. “Non me l’aspettavo, ma sono compiaciuto”, ha ammesso alla fine.
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