Le ultime parole di Morgan dopo il Festival non vengono trascurate. E ignorarle “sarebbe da stupidi”. I fan hanno le idee chiare, lui forse ancor di più.
Vi siete mai chiesti da dove è nato il personaggio che in molti attribuiscono a Morgan, di scontroso e ribelle? Credete davvero di conoscerlo fino in fondo? Probabilmente avete un’idea sbagliata. E a spiegarcelo nei dettagli e senza remore, con la stessa cura che ha da sempre dedicato alla sua arte, sarà lui stesso in un appello inedito di queste ore. Ma passato per molti come inosservato.
Un piccolo indizio? Avete provato ad osservare la sua scarna ma visionaria, quanto ultraterrena, interpretazione di se stesso in “Vita Da Carlo“? Potrebbe essere il giusto inizio.
“Velenoso? No, esausto…” Morgan, dopo Sanremo, richiama all’ordine la categoria dei giornalisti
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L’immagine del poliedrico artista milanese, cantautore, musicista, compositore, nonché fondatore dei Bluvertigo, con i quali si esibì al fianco di Raffaella Carrà al “Festival Di Sanremo” nella sua cinquantunesima edizione, sembra ad oggi essere stata sin troppo facilmente offuscata dalla tendenza di alcune testate ad urlare allo “scandalo” a ciascuna delle sue soggettive, e quanto pare “incomprensibili“, obiezioni. L’ultima, in questa settimana appena conclusasi, a ridosso con la kermesse sanremese. Quella di Morgan, come spiegherà nel suo intervento di poche ore fa, non è nient’altro, in realtà, che una mera presa di posizione consapevole. Bagnata ad hoc da osservazione critica e conoscenza del panorama musicale italiano, europeo ed internazionale nel senso più ampio possibile.
“Eccoli qua, erano dietro l’angolo come ormai tutti i benedetti giorni da dieci anni a questa parte“, scrive amareggiato l’artista in didascalia al suo ultimo post su Instagram. Il motivo? Una serie di titoli di testate volte a denigrare la sua opinione, ma soprattutto: ancor prima di comprenderla. “Ma toglietevi dalla bocca sto cazzo di ‘attacca’” continua Morgan riferendosi al recente titolo utilizzato in ultimis dalla “Gazzetta Del Sud“. La didascalia lo riporta per intero: “Morgan velenoso su Sanremo, salva il ‘suo’ Bravi e attacca: ‘non come Morandi e Jovanotti“. “Ci sono parole nella lingua italiana per esprimere i concetti“, tiene ad illuminare gli scettici l’artista. “Se vado dal fruttivendolo per comprare l’insalata non dico ‘attacca l’insalata’ […] ma uso le parole che descrivano ciò che sto facendo“.
“Quindi giornalisti e titolisti da strapazzo che non siete altro, e praticamente lo siete quasi tutti, usate il vocabolario per favore. E anche questo mio post non è un attacco a nessuno si chiama ‘redarguire’, è una difesa , e se ci fosse bisogno di fare un titolo per questo messaggio dovrebbe essere : Morgan richiama all’ordine la categoria dei giornalisti. E se ci fosse un sottotitolo sarebbe: suggerisce di usare il vocabolario perché è esausto di gratuite diffamazioni. Avete capito?“.
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“Sei un mito“, risponderà un utente. “Non ti curar di loro“, interverrà un secondo innescando una preziosa serie di consensi. Dunque, se la legge non ammette ignoranza, anche l’arte dovrebbe ormai avere il diritto di tenerne conto e risponderne, se da essa messa alle strette.