Il fratello di Liliana Resinovich ha definito inammissibile la pista del suicidio: la sua dichiarazione è in un documento inviato alla Procura.
In attesa dell’analisi autoptica, tossicologica e dell’esito degli esami irripetibili sulle tracce biologiche degli ultimi oggetti scoperti, il giallo di Liliana Resinovich è ancora oggi un grande mistero. Il giallo si infittisce tra accuse reciproche tra i potenziali indagati e nuovi indizi. Alla lista di effetti personali e presunti tali da esaminare, quali una bottiglietta semivuota e il liquido al suo interno, si aggiungono un guanto nero – probabilmente utilizzato dall’assassino – e un cordino. Di fronte all’evidenza e all’ampia lista di dettagli emersi appare sempre meno verosimile la pista del suicidio. Tale versione trova piena condivisione nelle parole del fratello della vittima.
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Ancora nessun nome nella lista degli indagati sul caso di Liliana Resinovich, la 63enne triestina rinvenuta senza vita il 5 gennaio in un bosco vicino all’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Mentre prosegue l’analisi degli esami irripetibili presso il Gabinetto regionale di Polizia scientifica per la Lombardia è ancora mistero sul giallo di Trieste. Continuano anche le indagini da parte degli investigatori che, sin dall’inizio, hanno evidenziato la possibilità di entrambe le piste, omicidio o suicidio; un binario ancora incerto in questa prima fase.
Eppure, molti dettagli emersi sembrano allontanare l’ipotesi dell’atto suicidario. Lo stato di composizione del cadavere, in condizioni perfette a esclusione del capo nonostante il maltempo; i diversi sacchetti neri con cui sono stati avvolti corpo e testa della vittima senza chiusure forzate; quella borsetta vuota ritrovata vicino alla salma di Liliana; tutto sembra confinare il giallo a un caso di femminicidio, sarebbe l’ennesimo nel nostro Paese. A scartare la pista del suicidio non è solo Claudio Sterpin in quel breve scritto, ora nelle mani degli inquirenti, dove confessa la sua personale versione dei fatti. A non credere all’estremo gesto c’è anche una persona vicinissima a Lilly.
Sergio Resinovich, il fratello di Liliana Resinovich, ha confessato la sua opinione in merito al caso in un documento spedico alla Procura. Nella fonte l’autore definisce inverosimile la pista del suicidio: a suo dire, Liliana è stata uccisa.
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