Si tratta di un’intervista del 2010 ma ancora di un grandissimo spessore politico che fece, e fa, discutere molti a distanza di tempo.
Si tratta di una giovane monegasca, modella, giornalista, moglie, mamma, scrittrice classe 1985. Beatrice Borromeo Arese Taverna è la figlia di Carlo Ferdinando Borromeo e Paola Marzotto ma nonostante le origini eccellenti, di titoli nobiliari non se ne parla per lei visto che i genitori non si sono mai sposati.
Lei allora si butta nella carriera da modella ottenendo ottimi riscontri da parte dei grandi marchi. Non appagata però entra poi nel mondo del giornalismo dove capisce essere davvero portata. Tutti la ricordano nel programma “Annozero” di Michele Santoro, dove ha condotto la rubrica “Generazione Zero” dal 2006 al 2008.
Oltre che con Santoro, la Borromeo lavora in seguito con Radio 105, con il settimanale Newsweek e con Il Fatto Quotidiano. Apre anche una casa di produzione, la Astrea, e scrive anche il libro, ‘AnnoZero’ con Vauro e Marco Travaglio.
Tra tutti i suoi documentari ed interviste una però resta agli annali, quella svolta per Il Fatto nel 2010, che ancora dopo anni è viva nella memoria di molti.
Beatrice Borromeo intervista Dell’Utri, parole indimenticabili
Tra le varie interviste della ragazza, quella di Marcello Dell’Utri è passata alla storia per le affermazioni messe sul piatto della bilancia. Lui ex politico italiano, senatore per Il Popolo della Libertà e prima di Forza Italia nel 1993.
Era stato condannato in primo grado a nove anni nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia poi recentemente assolto “per non avere commesso il fatto”.
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Quando però il politico si presentò alla Borromeo non appena i fatti erano ancora caldi, la tensione era palpabile, come possiamo capire dalle affermazioni rivelate senza riserve. “Non sente una responsabilità, visto il suo ruolo politico?” Chiede Beatrice, ma la risposta esula da ogni aspettativa.
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“Io sono un politico per legittima difesa. A me della politica non frega niente. Mi difendo con la politica, sono costretto. Quando nel 1994 si fondò Forza Italia e si fecero le prime elezioni, le candidature le feci io: non mi sono candidato perché non avevo interesse a fare il deputato”.
Dell’Utri poi prosegue spiegando che si candidò poi nel 1996 per proteggersi, in caso contrario, specifica, “quelli mi avrebbero arrestato, sarei finito in galera. Non sono mica cretino!”.
L’intervista termina con una domanda irriverente della giovane monegasca: “E se la condannano in primo grado?” Il deputato risponde a tono che sarebbe passato in Cassazione, e se anche questa non passava allora le dimissioni erano la solo cosa che poteva fare. Suo malgrado.