Diventa sempre più intricato il groviglio di mistero che avvolge il caso di Liliana Resinovich: le ultime rivelazioni dell’amico 82enne.
Ancora nulla di certo sul giallo della 63enne triestina Liliana Resinovich. La lista dei presunti indagati non segna alcun nome: il foglio resta bianco mentre il fascicolo resta aperto per sequestro di persona. Eppure, come più volte ribadito in precedenza, molti dettagli emersi indirizzerebbero l’inchiesta su una pista altra rispetto al suicidio. In attesa dei vari esami, autoptico, tossicologico e quelli irrepetibili sulle tracce oculari; molti dettagli lasciano domande aperte. Ai quesiti senza risposta si possono solo affiancare gli ultimi oggetti rinvenuti sul luogo del delitto, un guanto nero e un cordino, nonché l’ultimo movente avanzato, quello economico.
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Il groviglio si fa sempre più fitto: Liliana Resinovich si è suicidata o è stata uccisa? Nella giostra mutuale di accuse tra i principali indagati del presunto omicidio, sebbene nessun nome sia ancora in lista, un nuovo indizio sembra apportare un notevole peso, l’ennesimo, sul piatto del femminicidio. Dal recente movente emerso, quello economico, all’ultima confessione di Claudio Sterpin, l’amico di lunga data, 82 anni, e possibile amante di Liliana.
All’origine del delitto vi sarebbe, secondo quanto riportato dal Gazzettino, un motivo di natura economico-finanziaria. A rivelare l’indizio sarebbe stato il fratello durante il noto programma di cronaca nera italiana Chi l’ha visto. Concomitante all’uccisione di Lilly vi è la sparizione del suo biglietto segreto, dove vi erano custoditi i codici di accesso al conto in banca della vittima. “Mi aveva rivelato il posto dove lo nascondeva perché non si sa mai”, ha rivelato Sergio.
Ad avvalorare il movente di natura economica vi è l’ultima confessione dell’amico Claudio Sterpin: Lilly è stata probabilmente uccisa per 50mila euro. Stando alle sue ultime dichiarazioni, i principali responsabili sarebbero il marito Sebastiano Visintin e il figlio Piergiorgio. Secondo tale versione, stanca della situazione familiare, Liliana Resinovich aveva intenzione di lasciare il marito donandogli un fondo, per poi rifarsi una vita insieme al suo ex compagno. L’uomo ha ribadito più volte gli intenti di Liliana: “voleva costruirsi una nuova vita insieme a me, ma senza il marito con i debiti. […] Lo voleva aiutare.”
Il marito Sebastiano Visintin ha sempre professato la sua innocenza, ma ha dimostrato un atteggiamento alquanto contradditorio durante le sue dichiarazioni ai giornalisti. Prima si è professato timoroso del carcere, poi sereno perché “totalmente estraneo ai fatti”. Nell’ultima intervista a Quarto Grado, l’uomo ha negato ricostruzione dei fatti rivelata da Claudio Sterpin e proferisce ancora una volta il suo turbamento, questa volta per il coinvolgimento del figlio nell’inchiesta. L’unica certezza di Sebastiano è sulla natura del caso: Liliana non si è suicidata.
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L’esclusione della pista del suicidio resta l’unica costante nel ping pong di accuse tra i principali protagonisti del giallo della 63enne triestina.
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