Dopo la decisione del presidente della Russia di riconoscere le repubbliche del Donbass e inviare le truppe sul suolo ucraino, gli altri Stati starebbero valutando sanzioni contro Mosca.
Preoccupano gli ultimi sviluppi sulla situazione tra Russia e Ucraina. Ieri il presidente Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk ed ha disposto l’invio di truppe militari sul suolo ucraino.
Tali decisioni hanno scatenato le reazioni degli altri stati, dettisi pronti a sanzionare la Russia. In primis gli Usa: il presidente Biden avrebbe già approvato alcune misure contro Mosca e sarebbe pronta ad altre sanzioni economiche.
Le tensioni tra Russia e Ucraina precipitano giorno dopo giorno. Nella giornata di ieri uno sviluppo che ha destato preoccupazione: il presidente russo Vladimir Putin in diretta televisiva ha annunciato il riconoscimento delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Successivamente ha ordinato l’invio di truppe militari nel Donbass, in territorio ucraino.
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Scelte che il commissario Ue alla Giustizia, Didier Reynders, ha definito come un vero e proprio “atto di guerra”. Molti Stati si sono detti pronti a sanzionare Mosca, così come chiesto dal ministero degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Nel dettaglio, riporta la redazione di Sky Tg24, il presidente Usa Joe Biden ha già firmato un primo pacchetto di sanzioni economiche a cui potrebbero aggiungersene altre.
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Anche l’Unione Europea sarebbe pronta a seguire la stessa direzione. Già in mattinata gli ambasciatori di 27 nazioni dell’Ue avrebbero preso parte ad un incontro per valutare eventuali misure contro la Russia. In merito ha parlato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio il quale, scrive Sky Tg24, ha affermato che la decisione di Putin di riconoscere le due repubbliche separatiste è inaccettabile e l’Italia è d’accordo con gli altri Paesi per comminare delle sanzioni.
All’applicazione di misure economiche contro la Russia si sono dette d’accordo anche il Regno Unito ed il Giappone che accusano il Cremlino della violazione di aver violato le leggi internazionali e del mancato rispetto degli accordi di Minsk del 2014.
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