L’edizione del Festival di Sanremo del 1988 è ricordata per un episodio “frizzante”. Aldo Biscardi venne incaricato di condurre il “Processo al festival”, antesignano del programma che sarebbe divenuto negli anni a venire il “DopoFestival”. Lo affiancarono Sandro Paternostro e Vincenzo Mollica. I toni dei dibattiti sulle canzoni in gara divennero spiacevoli e rissosi al punto che Francesco Nuti e Luca Barbarossa, entrambi in concorso, abbandonarono in diretta la trasmissione.
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Massimo Ranieri raggiunse il primo posto in classifica con pezzo divenuto storico, simbolo della sua carriera: “Perdere l’amore”. Gli autori furono Giampiero Artegiani e Marcello Marrocchi i quali scrissero un’autentica poesia impreziosita non solo da una melodia coinvolgente ma anche da un’interpretazione magistrale dello stesso Ranieri aiutato, indubbiamente, anche dal suo talento in qualità di attore.
Non era la prima volta che la canzone veniva presentata per partecipare in concorso al festival. L’anno precedente la propose, infatti, Gianni Nazzaro che non fu ammesso alla selezione. Ancor prima, nel 1986, gli autori vollero farla cantare a Franco Califano che, a causa delle note molto alte, si vide costretto a rifiutare.
Sul podio salirono anche Toto Cutugno con “Emozioni” e al terzo posto Luca Barbarossa con “L’amore rubato”.
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Altri brani divenuti storici emersero durante la manifestazione: “Mi manchi” (Fausto Leali), “Italia” (Mino Reitano) e “Quando nasce un amore” (Anna Oxa). Campione di vendite risultò però Tullio De Piscopo con “Andamento lento”.
Fiorella Mannoia si aggiudicò il Premio della Critica per il secondo anno consecutivo grazie alla canzone “Le notti di maggio”.