Il giallo di Luigi Criscuolo continua a essere lontano dalla risoluzione definitiva. Tra il braccio di ferro per l’affido del figlio dell’arrestata, la nuova confessione del marito fa raggelare la pelle.
Il giallo di Luigi Criscuolo, conosciuto da tutti in città come Gigi Bici, resta un caso freddo. Lontano da una risoluzione ufficiale, il caso del 60enne di Pavia non è, però, così lontano da una potenziale verità. La domanda che guida l’inchiesta è sempre la stessa: Chi ha ucciso il povero Gigi in quel tragico 8 novembre 2021? Nonostante l’assenza di risposte definitive sulla morte del commerciante, numerosi dettagli sono stati sufficienti a incastrare la potenziale indagata Barbara Pasetti, attualmente in carcere con l’accusa di tentata estorsione ai familiari della vittima.
Braccio di ferro per l’affido del figlio dell’arrestata, il marito confessa: “ha tentato di avvelenarmi due volte con il caffè”
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L’accusata è proprietaria di una villa ubicata a pochi passi dal rinvenimento della vettura del commerciante. La donna, fisioterapista, avrebbe minacciato la famiglia di Gigi Bici, chiedendo un riscatto dal valore di 390mila euro. Oltre al reato di tentata estorsione, il profilo dell’indagata continua a non convincere gli investigatori: gli indizi emersi continuano a gravare sul piatto della colpevolezza della donna. Nella villa sono state ritrovate nell’ordine: la cassetta degli attrezzi di Gigi Bici, una pistola sepolta nel giardino e, infine, tracce di sangue negli interni ed esterni dell’abitazione della 40enne.
In attesa dell’esito degli esami del materiale ematico, prosegue il braccio di ferro tra le due famiglie per l’affido del figlio di Barbara Pasetti, al momento unica indagata per il caso. Ai due poli vi sono i familiari della donna e i genitori dell’ex marito Gian Andrea Toffano, padre del bimbo, 8 anni. Stando alle rivelazioni di Gian Andrea Toffano, la donna avrebbe tentato di avvelenare l’ex marito con un caffè: fallito il primo tentativo, in un bar; la fisioterapista ha riprovato una seconda volta direttamente sul posto di lavoro dell’uomo. In entrambi i casi, la vittima si sarebbe recata all’ospedale San Matteo di Pavia per accertamenti ed eventuali cure. Secondo quanto riferisce Il Giorno, l’uomo avrebbe rivelato l’agghiacciante dettaglio con relativi referti alla Questura lo scorso 7 febbraio.