Abbiamo amato Mariapia Calzone in molte vesti: per citarne alcune possiamo di sicuro menzionare la sua meravigliosa Donna Imma in Gomorra ed anche la donna tutta d’un pezzo nel film “Io che amo solo te”, la splendida Nanninella.
Mariapia è un’attrice che lascia il segno nei suoi racconti, nei monologhi, nelle sue riflessioni in quanto la sua capacità di trasmettere un pensiero arriva al cuore di chi l’ascolta. Proprio per questo, è stato tagliente leggere il suo ultimo post su Instagram in merito alla situazione attuale in Ucraina.
“In questi giorni tutto quello che si posta sembra essere sbagliato. La vita certo deve andare avanti ma tutto quello che prima ti sembrava complicato oggi non lo è”. Così ha scritto Mariapia su Instagram proprio in merito alla guerra Russia-Ucraina degli ultimi giorni. L’attrice si è mostrata triste dinanzi ad una situazione così grande e preoccupante per tutti, a prescindere da quale sia il tuo ruolo nella società. Dalle righe scritte qualche ora fa, Mariapia ha trasmesso un senso di smarrimento e di timore pensando a quello che potrebbe succedere anche in Italia da un momento all’altro vista l’imprevedibilità della vicenda.
Mariapia Calzone con un post su Instagram, esprime la sua preoccupazione e tristezza in merito alla guerra in corso in Ucraina
Nel mezzo del messaggio condiviso dall’attrice, c’è un racconto “ironico” tra lei ed il marito rispetto al possibile e al momento utopistico riparo in caso di guerra. “Ero in realtà serissima mentre ne parlavo”, ha scritto la Calzone, esprimendo tristezza anche solo nel dover maturare pensieri che mai avremmo pensato di fare nel 2022.
Oltre al Covid che ancora ormeggia nelle nostre vite, ora anche lo scoppio di una guerra che ancora una volta, ci costringe a vivere nel dolore e nella paura. Le parole di Mariapia sono ricche di verità e di assoluto realismo. La popolazione che ascolta i Tg in questi giorni e guarda i social, sta assistendo a scene strazianti di un popolo che non merita, come nessun’altro, la sofferenza provata negli ultimi tempi. Nessuna ragione sociale, politica ed economica vale quanto la morte di milioni di vittime.