La Federazione Russa non accetta la libera informazione e la libertà di espressione: l’ultimo provvedimento della Duma.
La Federazione Russa continua a reprimere la libera informazione e la libertà di espressione. L’ultima decisione presa dalla Duma conferma l’intolleranza del Cremlino nei confronti di ogni forma di alterità comunicativa e informativa. Mentre sale a 7000 il numero degli arresti dei manifestanti contro la guerra sporca e disumana in Ucraina, il nuovo provvedimento approvato dal parlamento russo stringe il bavaglio ai giornalisti, i professionisti del pluralismo e della libera informazione.
Rischio di pena fino a 15 anni di carcere
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Al decimo giorno di conflitti l’invasione militare russa prosegue la sua offensiva sul territorio dell’Ucraina, avanzando una guerra che, di fatto, non vuole proprio nessuno. Il grido di dissenso contro la guerra sporca e disumana è internazionale. Dalla stessa Russia e in ogni angolo del mondo, la luce delle manifestazioni per la pace e il cessato il fuoco in Ucraina non si spegne: resta ben accesa la deplorazione dell’inosservanza del leader del Cremlino dei diritti umani e del principio di autodeterminazione dei Paesi confinanti. 7000 gli arresti eseguiti nella Federazione Russa, tra i detenuti ci sono stati anche bambini e anziani. A condannare la violenza non sono solo le persone in carne e ossa in sedi fisiche, ma anche la collettività virtuale.
Il dissenso approda anche nel digitale con la recente dichiarazione della cyber guerra alla Russia da parte di Anonyous, il collettivo di hacker e attivisti di tutto il mondo contro la volontà cieca di Mosca. Avida di potere geopolitico ed economico, la Russia socchiude le porte alla diplomazia, seminando sangue e terrore nel territorio ucraino con bombardamenti ed esplosioni, raggiungendo aree anche estremamente pericolose per l’Europa e l’intero Pianeta, come le centrali nucleari più potenti al Mondo. Il colpo finale arriva dalla Duma, con l’approvazione della normativa che limita l’accesso dei mass media stranieri. La morsa della censura si fa sempre più stretta e inizia a soffocare la libera informazione nel Paese.
Quest’ultima diventa un vero reato: chi sarà considerato responsabile di diffusione di falsa informazione sull’invasione e sulle forze armate russe sarà incriminato e rischia una pena fino a 15 anni di carcere. Il nuovo provvedimento ha innescato le immediate reazioni dei principali media internazionali, come la Bbc, con l’annuncio della sospensione del lavoro dei suoi giornalisti nel Paese, nonché il quotidiano libero e indipendente Novaya Gazeta, il cui direttore Dmitry Muratov (premio Nobel pace 2021) ha annunciato sui social di essere costretto a eliminare il materiale sulla guerra in atto. Anche la Cnn sospende le attività dei suoi dipendenti professionisti sul posto; stesso annuncio per l’Italia, con l’annuncio della Rai circa la sospensione dei propri inviati e corrispondenti in Russia.
Fonte Guardian