A “Verissimo” momento di commozione per Silvia Toffanin. Il racconto è davvero toccante. Giorni davvero difficili per l’ospite
“Verissimo” oggi si è aperto con gli occhi della tristezza e dello sconforto per la guerra in Ucraina ed una testimonianza molto toccante che ha lasciato però un filo di speranza. In studio Silvia Toffanin ha ospitato Anna Safroncik, la celebre attrice ucraina cresciuta in Italia, che ha raccontato i terribili giorni vissuti nella speranza di portare in salvo suo padre che viveva a Kiev.
Dopo tanta ansia e angoscia Anna è riuscita nell’impresa. Adesso ha perso però l’adrenalina dei primi giorni ed è scarica.
“Non ho neanche più le lacrime – dice a Silvia Toffanin – Non si vede luce, sono avvilita, stanca, preoccupata. Vorrei fare qualcosa ma sono senza forze” sottolinea parlando del Paese dove è nata e dove ha vissuto gli anni più belli della sua infanzia insieme a sua mamma e a suo papà.
Il racconto della fuga di suo padre da Kiev mette i brividi ed in studio sia lei che Silvia Toffanin non riescono a trattenere le lacrime.
Silvia Toffanin ed il racconto di Anna Safroncik
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“Una guerra che nessuno si sarebbe mai aspettato” così Anna Safroncik ha definito l’offensiva russa verso il suo Paese natale. “È scoppiato tutto all’improvviso, in maniera così violenta e inattesa” ha precisato raccontando che stava già programmando di far venire il papà in Italia ma non ha fatto in tempo.
Avevano organizzato tutto, nel giro di una settimana, l’uomo di 70 anni avrebbe raggiunto la figlia ma, come lei stessa ha precisato: “Questa settimana non l’abbiamo mai avuta” raccontando i giorni terribili che l’hanno separata prima dell’arrivo del padre in Italia.
Un viaggio lungo e faticoso con la paura di morire non sotto le bombe ma per il freddo. È questo quello di cui poco si parla: “C’è da combattere il freddo e sperare di non congelare” ha aggiunto l’artista. Suo papà è rimasto molto tempo fuori e lei e tutta la famiglia hanno pensato che potesse morire di polmonite.
“Io non ho mai visto la sua faccia così, era scioccato, aveva paura di lasciare la sua casa” ha detto ancora la Safroncik raccontando il viaggio verso l’Italia. Prima in treno e poi in pullman e molte ore di attesa al freddo prima di arrivare alla dogana.
La precedenza è data a donne e bambini senza dare la possibilità di portare bagagli perché occupano posti che si possono dare alle persone. Alla dogana lo stop di tutti gli uomini per l’arruolamento. Suo padre però è anziano, ha 70 anni e per fortuna non ha corso questo pericolo.
Infine il messaggio di pace rivolto a tutti: “Russi e ucraini non si vogliono combattere” ha tuonato Anna specificando che fino a qualche anno fa tutti erano fratelli e “andare da Mosca a Kiev era come andare da Milano a Roma”. Poi la “propaganda schifosa” ha messo l’uno contro l’altro.