Le operazioni di soccorso ed evacuazione dei civili sono state rinviate per il secondo giorno consecutivo: troppi bombardamenti, impossibile procedere.
Rinviati anche oggi i corridoi umanitari a Mariupol, strategica città aeroportuale nel sud-est dell’Ucraina. Per il secondo giorno consecutivo le operazioni di soccorso ed evacuazione dei civili non sono potute partire a causa dei costanti bombardamenti da parte dell’offensiva russa. Troppe esplosioni, impossibile procedere. Mosca ha dimostrato ancora una volta di non mantenere la parola: la tregua prevista per ieri, sabato 5 marzo, non è stata rispettata; oggi, il nuovo fallimento umanitario. A riferire la drammatica notizia della sospensione dei corridoi è il consigliere del ministro dell’Interno Anton Gerashchenko.
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La crisi umanitaria persiste. Ieri, il fallimento annunciato dalla Croce Rossa citata dai media locali, oggi il nuovo annuncio del consigliere del ministro dell’Interno, Anton Gerashchenko, Stando a quanto riferito dall’alto funzionario, i corridoi umanitari stentano a decollare per il secondo giorno consecutivo a causa dei bombardamenti: Mariupol non conosce tregua ed è costantemente piegata all’escalation di sangue e violenza. “Non possono essere effettuati dei veri corridoi” – ha precisato su Telegram – “perché solo il cervello malato dei russi decide quando iniziare a sparare e a chi“. L’evacuazione dei civili era prevista per le ore 12:00 in un contesto di tregua concesso dalle 10:00 alle 21:00. Il presidente della Federazione Russa punta il dito contro la capitale ucraina: “La responsabile è Kiev, è Kiev impedire le evacuazioni da Mariupol.”