Guerra Ucraina, Luigi Di Maio: “Non possiamo inviare aerei in Ucraina.”

Solo la diplomazia può superare la crisi umanitaria in Ucraina: oggi, domenica 6 marzo, l’undicesimo giorno di guerra.

Prosegue l’escalation dell’offensiva russa nei vari distretti dell’Ucraina con bombardamenti ed esplosioni. Il prosieguo della violenza disumana blocca i corridoi umanitari, unico accordo raggiunto nei due round di negoziati tra le delegazioni di Mosca e Kiev. Domani, lunedì 7 marzo, è previsto il terzo round diplomatico tra Federazione Russa e Ucraina, ma la volontà geopolitica del leader del Cremlino è chiara e non rassicura l’equilibrio internazionale.

Italia, Di Maio: “C’è solo spazio per la diplomazia”

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Luigi Di Maio (@luigi.di.maio)

Falliscono per il secondo giorno consecutivo i corridoi umanitari a Mariupol. La situazione è critica anche a Leopoli: l’emergenza è tale da aver costretto il trasferimento della statua di Gesù Cristo in un bunker. La scultura religiosa è stata spostata dalla cattedrale armena in un rifugio sotterraneo. La rimozione dell’iconografia disorienta la comunità ucraina ed europea: secondo quanto riporta l’Ucrainska pravda, l’ultima volta risale alla seconda guerra mondiale. La foto, pubblicata dal tweet dallo specialista della conservazione dei beni culturali in zone di guerra Tim La Berre, ha fatto in breve tempo il giro del web.

Dopo la dichiarazione del presidente del Consiglio Mario Draghi, il nuovo comunicato arriva dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi di Maio. Questi ha ribadito l’emergenza della diplomazia come unico rimedio per il cessate il fuoco in Ucraina e il conseguente riequilibrio internazionale. Sulla questione, il messaggio del ministro degli Esteri Luigi è chiaro: “Il presidente russo Vladimir Putin è isolato, non c’è l’Est contro l’Ovest“. L’offensiva russa è all’undicesimo giorno di guerra, ma il leader del Cremlino ha fatto male i calcoli: “credeva nel sostegno della Cina e invece anche Pechino gli va contro e deplora i bombardamenti”.

Gestione cookie