L’Italia non abbandona l’Ucraina e dichiara pieno sostegno alla comunità con manifestazioni contro la guerra: il sostegno ribadito nelle parole del Presidente Mario Draghi.
L’Italia deplora la guerra e i crimini perpetrati ogni giorno dall’offensiva russa. Oggi, domenica 6 marzo, ancora sirene, bombardamenti ed esplosioni hanno tenuto svegli vari distretti del Paese. Le deflagrazioni non danno tregua, specialmente a Mariupol, città strategica aeroportuale, dove la situazione corridoi è ancora in stallo. Anche oggi le attività di evacuazione dei civili sono fallite e stentano a partire a causa dell’escalation di sangue e violenza inflitta dalla Federazione Russa al suo ex paese satellite.
Undicesimo giorno di guerra: la pace sembra ancora lontana per Kiev, ormai accerchiata, e l’Ucraina, dove la morsa russa si fa sempre più stretta. La situazione è all’apice dell’emergenza. L’appello del presidente Zelensky è chiaro: serve sostegno internazionale. L’ultimo messaggio indirizzato al blocco occidentale assume un tono drastico e severo: in caso di mancato supporto, l’Occidente sarà considerato responsabile delle morti dei civili a partire da oggi, domenica 6 marzo.
Undicesimo giorno di guerra e ancora nessuna apertura diplomatica da parte della Federazione Russa. Il terzo round dei negoziati tra le delegazioni di Mosca e Kiev è previsto per questo lunedì 7 marzo, ma le ultime dichiarazioni del leader del Cremlino Vladimir Putin non sono rassicuranti. In attesa del nuovo vertice, il popolo ucraino beneficia di un nuovo messaggio di vicinanza e sostegno. Il supporto arriva dall’Italia, direttamente da Palazzo Chigi con la telefonata di Mario Draghi al presidente ucraino Zelensky.
Durante il colloquio è stata ribadita la cooperazione e la grande solidarietà che lega la comunità italiana e ucraina. Il presidente italiano deplora vivamente l’offensiva Russa. La volontà cieca di Mosca non vede diritti umani e internazionali. Assetato di potere, il Cremlino continua ad avanzare gli attacchi perpetrando sangue e violenza sui civili e tenendo in pugno le infrastrutture nucleari più pericolose al Mondo. L’appello dell’Italia sancisce l’impegno della nazione a sostenere l’Ucraina nel periodo di guerra tramite supporto e assistenza umanitaria: il nostro Paese dichiara inoltre di riconoscere l’appartenenza dell’Ucraina alla famiglia europea.
Il sostegno verso Zelesnky e il suo popolo arriva anche dalle piazze: dalle grandi alle piccole città, i manifestanti si riuniscono in protesta contro la guerra sporca e disumana, chiedendo a nome di tutta l’Ucraina il cessate il fuoco e la pace: cartelli contro Putin, richieste di no-fly zone accompagnano l’unico grido che lega il Mondo: Слава Україні! (Gloria all’Ucraina!)
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