Mosca viola ancora una volta il cessate il fuoco previsto per i corridoi umanitari: oggi, il bombardamento più sanguinoso, catastrofe umanitaria a Mariupol.
Fallimenti diplomatici e attacchi sempre più sanguinosi: è questa la situazione in Ucraina a quattordici giorni dallo scoppio dell’operazione speciale di guerra ordinata, e probabilmente premeditata (secondo quanto comprovato dal collettivo di hacker Anonymous), dal presidente russo Vladimir Putin. Dopo due settimane di scontri armati e bombardamenti, le esplosioni continuano a scuotere diversi distretti del territorio a partire dalla notte; mentre gli insuccessi della diplomazia, nonostante nuovi interventi di mediazione di terzi, firmano il terzo round dei negoziati tra le rispettive delegazioni dei due paesi in stato di belligeranza.
In attesa del quarto vertice, le prospettive internazionali non sono rassicuranti. L’escalation di violenza della Federazione Russa dimostra di non volere limiti ed estende i confini della sua morsa, sempre più asfissiante nei confronti della capitale, Kiev. Domani, giovedì 10 marzo, è programmato il summit in Turchia tra il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il l’omologo di Kiev, Dmytro Kuleba.
L’appello del presidente Volodymyr Zelensky è sempre lo stesso: serve urgentemente l’aiuto e il sostegno costante di Unione Europea e Nato, una no-fly zone aerea per evitare di peggiorare la già drammatica crisi umanitaria nel territorio ucraino. Rischio nucleare? Un “bluff”, secondo il leader dell’Ucraina: “Un conto è essere un assassino, un altro è essere un suicida.” Nonostante l’allarme radiazioni sia per il momento lontano, Zelensky ribadisce il pericolo per l’UE. L’emergenza è stata ribadita nella sua intervista a Zeit: se non saranno presi presto provvedimenti, ha ammonito Zelesnky, Putin tenterà di “disintegrare l’Europa.” Stando alle sue dichiarazioni i paesi maggiormente a rischio sono la Polonia e la Moldavia, ma anche la Georgia e il Baltico.
La situazione peggiora; oggi, l’attacco più sanguinoso della guerra. L’epicentro è ancora una volta Mariupol, da giorni piegato da costanti bombardamenti. Le esplosioni frenano anche oggi i corridoi umanitari. Tra l’uccisione di civili con bombe durante i corridoi umanitari, questo mercoledì, 9 marzo, alla vigilia del vertice in Turchia tra i ministri degli Esteri di Ucraina e Russia, l’ennesimo attacco dell’offensiva russa. Una vera catastrofe umanitaria: un raid russo contro un ospedale pediatrico della città nel sud-est del Paese. Il bollettino delle vittime è davvero drammatico. Sono molte le persone sotto le macerie, tra queste, precisano alcune fonti locali, diversi bambini e donne partorienti essendo stato colpiti diversi reparti maternità.
“Un’atrocità! Chiudete i cieli adesso! Sembra che stiate perdendo l’umanità“, deplora in un tweet il presidente ucraino, pubblicando le crude immagini della devastazione provocata dalle bombe sul nosocomio. L’ultimo aggiornamento vede Kiev pronta a discutere sulla neutralità, ma, evidenza, che non cederà alcun territorio alla Federazione Russa.
La risoluzione sembra, anche per oggi, ancora lontana.
Fonte The Guardian
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