La principessa intervistata dal The Telegraph ha smascherato la madre e la sua vita folle quando lei era appena una bambina.
Oggi Pauline Ducruet è direttore creativo del brand Alter che lei stessa ha fondato nel 2018 dopo essersi fatta strada nel mondo del lusso. La principessa ha infatti studiato prima nella sede parigina dell’Istituto Marangoni poi presso la Parsons School of Design di New York.
Intervistata dal quotidiano The Telegraph, ha ammesso che sua madre Stéphanie di Monaco è stata un’icona per la sua arte, “C’è molto di lei nelle mie collezioni”.
La stilista oggi è anche felicemente fidanzata con l’imprenditore Maxime Giaccardi e sono in molti a sperare che a breve ci possa essere odore di fiori d’arancio per la coppia di amanti. Alla rivista però Pauline ha voluto anche rivelare com’è stato il suo passato accanto alla madre, anni che ne hanno forgiato il carattere fino a farla diventare la donna che è oggi e di cui è orgogliosa.
Pauline Ducruet, quell’infanzia “speciale” mai dimenticata
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“Ho visto mia madre indossare abiti stratosferici e copricapi di diamanti per serate di gala, ma il giorno dopo ci portava a scuola in jeans logorati e stivaloni”, racconta la manager senza riserve. Come mai tale precisazione?
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La madre infatti, principessa ribelle nel cuore, si era innamorata giovanissima di Franco Knie, artista circense che l’ha voluta con sé e l’ha condotta all’interno del mondo del circo itinerante. La piccola Pauline aveva appena 7 anni quando la madre decise di mollare tutto dopo lo scandalo che aveva colpito il primo marito Daniele Ducruet, infangato dopo la pubblicazione di alcune foto assieme con una spogliarellista.
Stéphanie lasciò quindi i saloni sontuosi del palazzo monegasco per risiedere in una roulotte con i tre figli, Louis, di 9 anni, Pauline, 7, e Camille, di appena 3.
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Per la secondogenita però non è stato un momento buio della sua infanzia, ma bensì uno in cui ha saputo crescere e formarsi nel pieno della libertà che si richiede ad un bambino.
“Vivevo all’aperto con gli animali e con questi artisti che arrivavano da tutto il mondo”, ricorda Pauline. “È stato un momento di pura libertà che non credo molti possano vantare di aver trascorso”.
“È stato fantastico vivere di alti e bassi. Sono situazioni che forgiano il carattere, ti rendono una persona più forte. Sono grata dell’infanzia che ho avuto”. Un’ammissione che sembra non pesarle affatto e che pare essere un bagaglio culturale più forte che mai soprattutto oggi che la sua vera vocazione come stilista è al culmine del successo personale.