In video collegamento con i leader europei, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spiegato come le armi fornite al suo Paese siano insufficienti.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in video collegamento da Kiev, ha parlato del conflitto, scoppiato ormai da tre settimane, ai leader dei Paesi nordici e baltici della Joint Expeditionary Force. Nel dettaglio, il presidente Zelensky avrebbe dichiarato che le armi fornite al suo esercito dagli alleati occidentali sarebbero insufficienti.
Una denuncia colta dal premier britannico Boris Johnson che ha dato pienamente ragione al presidente dell’Ucraina, il quale ha poi aggiunto: “Aiutandoci, aiuterete voi stessi“.
Ucraina, il presidente Zelensky ai leader europei: “Le armi che ci fornite sono insufficienti”
“Le armi che gli alleati occidentali forniscono al nostro Paese in una settimana durano per 20 ore e siamo costretti a riutilizzare gli equipaggiamenti sottratti ai russi “. Questa la denuncia, riporta la redazione dell’Ansa, del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto in video collegamento per parlare con i leader dei Paesi nordici e baltici della Joint Expeditionary Force (Danimarca, Finlandia, Estonia, Islanda, Lettonia, Lituania, Olanda, Svezia e Norvegia.), riunitisi stamane a Londra insieme al premier britannico Boris Johnson.
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Secondo il presidente dell’Ucraina, gli equipaggiamenti arrivati al suo esercito sarebbero, dunque, insufficienti ed avrebbe aggiunto chiedendo supporto: “Sapete di quali armamenti necessitiamo, lo sanno tutti“. Infine, riporta l’Ansa, rivolgendosi ai leader della Jef, che ha ringraziato per le sanzioni economiche comminate a Mosca, Zelensky ha spiegato che aiutando l’Ucraina aiuterebbero loro stessi.
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A questo appello ha risposto il premier Johnson, il quale ha dichiarato come tutti siano consapevoli di poter fare qualcosa in più per aiutare l’Ucraina, ormai sotto assedio da settimane.
Intanto sono ripresi i negoziati in videoconferenza tra le delegazioni di Russia e Ucraina, che erano iniziati ieri, ma poi interrotti per una “pausa tecnica”. A confermarlo David Arakhamia, membro della delegazione ucraina e leader del partito del presidente Zelensky.