Qual’era il desiderio più grande di Checco Zalone? Cosa voleva prima di raggiungere la notorietà e il cuore dei suoi fan, indossando le sue maschere?
Un arista incredibilmente poliedrico, Checco Zalone, diventa popolare sin dai primissimi anni 2000, quando dopo aver partecipato a due edizioni di “Zelig” inaugura un percorso nel mondo dello spettacolo vissuto, sin da subito, come un’esperienza a 360°. Imitazioni esilaranti, un’intelligente vena comica dal fascino irresistibile, e realizzando un primato internazionale al box office del grande schermo italiano con la pluripremiata pellicola di “Quo Vado?”
Classe 1977, e di origini pugliesi, il comico, regista e showman vanta anche un’altra grande passione nella sua vita. Quest’ultima, però, non ha nulla a che vedere con le sue precedenti ispirazioni professionali. Infatti, il nato sotto il segno dei Gemelli, ancor prima di divenire un punto di riferimento per la comicità contemporanea, come ha dimostrato nella sua ultimissima apparizione in qualità di ospite alla settantaduesima edizione del “Festival Di Sanremo“, avrebbe desiderato intraprendere una carriera ben diversa.
Checco Zalone, retroscena sconvolgente sul suo passato: avrebbe voluto fare tutt’altro
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Come in molti già sanno, l’interesse verso la sfera musicale in senso lato per Zalone, non è mai stato un elemento marginale della sua quotidianità. Difatti, egli stesso, ha confessato quanto dimostrato più volte il suo talento nelle vesti di musicista, inizialmente cimentandosi anche nei suoi più celebri sketch al piano, come più nel privato immergendosi nella sfera del jazz.
Tornando al suo passato ancora in incognito, e quindi presumibilmente alla fine degli anni ’90, Luca Medici, all’epoca non ancora noto con il suo nome d’arte, ha innanzitutto conseguito i suoi studi accademici laureandosi in Giurisprudenza.
Al termine del suo percorso universitario, nella a lui vicina città di Bari, il futuro Checco avrebbe preso una decisione inattesa. L’attore comico che tutti ad oggi amano per la sua naturale, quanto volutamente fittizia, naturalezza nel rappresentare lo stereotipo dell’individuo ignorante e tamarro, ovvero: “tutto ciò che non si vorrebbe mai diventare“, si sarebbe rivolto altrove per realizzare i suoi sogni.
Come si mostra, istintivo oltre ogni limite nei suoi capolavori, Zalone avrebbe partecipato ad alcuni concorsi pubblici. Con l’obiettivo di vestire, nella realtà, il ruolo di vice ispettore di Polizia.
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L’artista però non ha mai superato tali prove, intraprendendo un’altra strada. Che sia stata la scelta giusta? Chi può dirlo? Il presente, che parla più esaustivamente di lui, sembrerebbe, ad ogni modo, aver già fornito una risposta più che soddisfacente al suo pubblico.