Di fronte ai diversi provvedimenti internazionali, gli oligarchi russi cercano di sfuggire alle sanzioni dell’Occidente: la lista dei principali paradisi fiscali.
Ventiduesimo giorno di guerra in Ucraina. Dalla notte tra il 23 e il 24 febbraio, l’offensiva russa continua a perpetrare i suoi crimini di guerra nel Paese devastando città con bombardamenti e stragi di civili. L’emergenza è sempre più viva nel territorio: l’appello del presidente Volodymyr Zelensky è chiaro: Kiev, l’Ucraina, ogni città del Paese ha bisogno quanto prima di una risposta a livello mondiale. Durante il suo discorso al Congresso Usa, il leader ucraino è stato diretto: bisogna fermare la guerra sporca e disumana ordinata dal presidente russo Vladimir Putin.
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Mentre la guerra prosegue, la Federazione Russa continua ad appesantirsi con lo spacchettamento delle sanzioni decise dalla volontà internazionale. La richiesta di una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina, promossa e reiterata dal presidente Volodymyr Zelensky, continua a essere vana. Ciononostante, Nato ed Europa non guardano al conflitto con indifferenza e preparano nuovi pacchetti di sanzioni contro la Russia. L’ultimo pacchetto partito di Bruxelles, il quarto, è pronto a colpire la cerchia del leader del Cremlino per spingere la rivolta interna. Tuttavia, secondo quanto riportano le stime ufficiali del National Bureau of Economic Research, il 60% delle ricchezze e delle proprietà degli oligarchi russi si trova al di fuori dei confini della Federazione.
Di fronte ai diversi provvedimenti internazionali, i magnati che impugnano le redini del potere tentano di sfuggire alle sanzioni dell’Occidente trasferendosi in mete sicure per la conservazione e la custodia dei loro patrimoni. Nella lista delle destinazioni sicure ci sono i paradisi fiscali di Dubai e Abu Dhabi, negli Emirati Arabi; oppure, le Maldives. Questi sono i luoghi prediletti per gli oligarchi; porti affidabili dove parcheggiare yacht lussuosi, aerei o, ancora, acquistare maestose ville. Stando a quanto riporta il New York Times, la moneta più utilizzata dai latitanti russi anti-multe è quella digitale: la rivoluzione criptovalute e blockchain consente agli oligarchi di eludere facilmente le sanzioni.
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