Sono trascorse tre settimane dall’inizio dell’offensiva russa sul territorio ucraino. Zelensky: il Paese vive ogni giorno l’11 settembre.
Superate tre settimane di guerra sporca e disumana in Ucraina. Al ventiduesimo giorno di guerra il Paese vive ogni giorno l’11 settembre. La denuncia arriva dal crudo discorso del presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il Congresso Usa. Di fronte al costante fallimento della diplomazia, l’Ucraina ha tutto l’aspetto di un Paese che si vuole libero, ma si ritrova piegato alla cieca volontà monopolistica di Mosca. Devastate dai crimini di guerra ordinate dal presidente russo Vladimir Putin, Kiev e le città che la circondano vedono diritti e libertà costantemente minati da bombardamenti e stragi di civili.
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Il muro che separa l’Ucraina dalla giustizia di libertà e indipendenza cresce progressivamente; esplosione per esplosione, i mattoni della cieca volontà geopolitica di Mosca iniziano a essere troppo alti. Kiev ha bisogno di una risposta immediata da parte di tutto il Mondo. L’appello di Zelensky è sempre lo stesso: serve una no-fly zone per scongiurare gli attacchi aerei ed evitare di peggiorare la catastrofe umanitaria. Neanche i bambini riescono a frenare la violenza. Questo giovedì, 17 marzo, un raid russo ha ucciso un bambino di 2 anni.
Ieri, ancora a Mariupol, un teatro usato come rifugio per centinaia di civili, è stato invece bombardato nonostante fosse circondato da una scritta in cirillico ben visibile a terra: “bambini”. Sempre ieri, un’altra strage di civili a Chernihiv, con l’uccisione di almeno dieci persone in fila per il pane. Il dramma dell’Ucraina dura ormai da più di tre settimane. Dall’avvio dell”operazione speciale di guerra”, così la definisce il leader del Cremlino, l’Ucraina sta vivendo l’11 settembre. “Ricordate l’attacco di Pearl Harbor? Ricordate l’11 settembre?” – chiede Zelensky – “Il nostro nostro Paese vive questa esperienza tutti i giorni” a causa della minaccia sporca e disumana russa. Principali bersagli di Mosca sono Kiev e tutte le città spettrali ucraine che il Cremlino sta trasformando in campi di sangue e morte.
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