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Casi

Addio a Samantha d’Incà: la 30enne si è spenta a Belluno

Dopo più di 14 mesi in stato vegetativo, Samantha d’Incà abbandona la si è spenta nella Rsa di Cavarzano.

È morta Samantha d’Incà. Dopo più di 14 mesi in stato vegetativo a seguito dell’incidente del 4 dicembre 2020, la 30enne si è spenta nella Rsa di Cavarzano. Originaria di Feltre, in provincia di Belluno, la giovane 30enne è finita in un coma irreversibile. Da allora la situazione è diventata complicata e dolorosa anche per la famiglia, al centro di una battaglia legale che ha avuto effettivo riscontro solo a fine dello scorso anno. Dopo un lungo percorso, il Tribunale di Belluno ha accolto la richiesta dei familiari della paziente. La storia di Samanta d’Incà riapre ancora una volta l’acceso dibattito pubblico sul fine vita.

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La storia di Samantha d’Incà: la decisione finale

Samantha D’Inca’ dal suo profilo Fb (Ansa)

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La giovane Samantha d’Incà si trovava in stato vegetativo dall’incidente del 4 dicembre 2020. Il suo infortunio, la rottura del femore, risale al 12 novembre 2020, quando uscì di casa per andare recarsi sul posto di lavoro, in fabbrica; ma inciampò e cadde a terra lungo il vialetto di casa. Immediata la corsa all’ospedale di Feltre per l’operazione, ma sin dall’inizio dell’intervento sono apparse significative complicanze sfociate poi in una grave forma di polmonite. Dall’infiammazione acuta al nuovo ricovero; questa volta all’ospedale di Treviso. Nel nuovo nosocomio, il tracollo totale, probabilmente provocato dall’emergenza di un’infezione batteriologica. Il cervello di Samantha era rimasto troppo tempo senza ossigeno: la 30enne finì in stato vegetativo.

Da allora la paziente è sprofondata in un coma irreversibile. Le sue giornate si alternavano alla nutrizione tramite sondino con terapie atte a limitare il dolore, che la giovane effettivamente provava e ne dava evidente manifestazioni attraverso chiare espressioni sul visto. Col passare dei mesi la situazione diventò sempre più difficile e dolorosa anche per i familiari. Dopo una lunga battaglia legale, l’accoglienza da parte del Tribunale di Belluno dello scorso anno. Il permesso legale ha nominato il padre Giorgio D’Incà amministratore di sostegno della figlia. La famiglia ha finalmente potuto interrompere le cure e staccare la spina, proprio come era stato richiesto da Samantha quando era ancora viva e vegeta.

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