In seguito a nuovi spiazzanti avvistamenti del “cavaliere nero” si continua a dibattere sulla sua misteriosa natura. I dubbi sull’oggetto coinvolgono anche la NASA.
Nei primi anni ’30 del secolo scorso un misterioso oggetto venne segnalato dalle ancora non ufficiali autorità spaziali. In origine, un gruppo di scienziati e studiosi di fama internazionale analizzarono l’entità. Ad attirare, però, la loro attenzione furono soprattutto delle ambigue segnalazioni trasmesse via radio.
Si iniziò allora a dialogare in maniera gradualmente più assidua sulla questione. A partire dalla metà degli anni ’50. Quando, l’esistenza di quello che verrà poi definito dalla stampa statunitense come “Black Knight“, ovvero “cavaliere nero“, sarà destinata ad essere definitivamente appurata. Grazie, soprattutto, alla proliferazione di immagini reali sull’argomento. Quanto, al contempo, ad una proficua serie di avvistamenti sul suo conto.
Continuano gli avvistamenti del “cavalierie nero”, si riapre il dibattito sull’oggetto misterioso
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Stando agli studi e alle ipotesi successivamente apportate sul “Black Knight”, si tratterebbe di un multiforme esemplare di satellite. Per cui alcuni esperti lo definiranno con il termine di satellite “fantasma“. Dopo la sua scoperta, si sono approfondite anche altre parentesi. Stavolta interamente dedicate ad una questione poi dichiarata come una delle più spinose. Quella che riguarda la sua provenienza.
L’acceso dibattito riprenderà poi il suo corso nella contemporaneità. Dopo anni di silenzio, e vari scetticismi dimostrati dalla stessa Nasa, una ricerca è finalmente riuscita a dare risposte esaustive sull’argomento.
Gli studiosi hanno quindi ipotizzato che l’oggetto possa essere legato, per sua intrinseca natura, a un inquietante disegno di “supervisione“. Sarebbe a dire: un progetto interamente ideato da forme di vita extraterrestri.
Quest’ultime avrebbero, come loro principale finalità, quella di sorvegliare le attività, i comportamenti e le varie abitudini dell’intera umanità presente su suolo terrestre. A sostenere questa tesi aiutò molto la pubblicazione di un recente contenuto video, pubblicato nel marzo del 2017.
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Tali immagini sarebbero riuscite a riprendere un anomalo comportamento del satellite. Mentre vagava nello spazio, l’oggetto, sarebbe addirittura stato in grado di cambiare più volte il suo aspetto.