La storia del 96enne ucraino sopravvissuto all’Olocausto e freddato a Kharkiv

Boris Romanchenko, 96 anni, è un’altra vittima del conflitto disumano perpetrato dall’offensiva russa: sopravvissuto all’Olocausto, l’anziano è stato ucciso a Kharkiv.

Boris Romanchenko, così si chiamava il 96enne ucciso a Kharkiv, città situata nella Slovoda Ucraina, regione storica nell’area nord-orientale dell’Ucraina. L’anziano Boris è solo una delle tante vittime del conflitto sporco e disumano perpetrato dall’avanzata russa. I crimini sono numerosi e aumentano con l’avanzare delle ore. Secondo le stime ufficiali dell’Onu sono almeno 925 i civili rimasti uccisi nel paese dall’inizio dell’operazione speciale, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio scorso. Il bilancio dei decessi si aggrava se si guarda al numero delle morti ancora più innocenti; i bambini: almeno 113.

 

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Nato nel 1926, Boris era un grande attivista: tra i suoi ruoli spicca quello di vicepresidente del Comitato Internazionale Buchenwald-Dora per l’Ucraina.

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La storia di Boris Romanchenko: il 96enne ucciso a Kharkiv

La storia del 96enne ucraino sopravvissuto all'Olocausto e freddato a Kharkiv
Ucraina (Ansa)

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Non si arrestano i bombardamenti russi nelle diverse città dell’Ucrina. Nel mirino dei raid della Federazione Russa vi è anche Kharkiv, città nella parte nord-orientale del Paese. Tra le vittime si conta anche un sopravvissuto all’Olocausto. Il suo nome era Boris Romanchenko e aveva 96 anni. Superstite di Buchenwald, Peenemunde, Dora Mittelbau, Bergen-Belsen, l’anziano è stato freddato tra le mura del suo appartamento, colpito da un razzo russo lanciato in nome dell’operazione di denazificazione ordinata dal presidente russo Vladimir Putin. La notizia dell’attacco a Kharkiv trova conferma nella dichiarazione del sindaco di Leopoli Andrij Sodvyj su Telegram.

Il contenuto del sindaco sulla nota app di messaggistica deplora i bombardamenti perpetrati dall’offensiva russa, germe infetto della cieca volontà geopolitica e monopolistica di Mosca. “I nuovi fascisti continuano il lavoro di Hitler”, deplora Andrij Sodvyj. La vittima di cui parlano i principali media internazionali, era un ex prigioniero dei campi di concentramento di Buchenwald, Peenemünde, Mittelbau-Dora e Bergen-Belsen. Il 96enne è stato ucciso dal missile lo scorso venerdì 18 marzo. Nato nel lontano 1926, Boris Romantschenko fu deportato nella Germania nazista nel 1942. Spedito nel campo di concentramento di Buchenwald, l’uomo fu in seguito detenuto in altri campi di sterminio come Peenemünde, Mittelbau e Bergen-Belsen.

A deplorare l’attacco c’è anche la stessa Fondazione Buchenwald e Mittelbau-Dora, che. L’organizzazione ha espresso orrore per l’accaduto, riportando le parole che Boris pronunciò nel 2012 durante il giuramento: “Il nostro ideale è quello di costruire un nuovo mondo di pace e libertà”.

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