Stando a quanto si evince dall’ultimo monitoraggio dell’Iss sull’andamento dell’epidemia da coronavirus, sono in crescita i ricoveri in ospedale cosi come l’indice Rt.
L’andamento dell’epidemia da coronvavirus in Italia peggiora leggermente. Ad evidenziarlo è l’ultimo monitoraggio effettuato dall’Iss (Istituto Superiore di Sanità) e dal Ministero della Salute. Secondo il report i dati dei contagi nei giorni scorsi hanno fatto registrare una crescita.
Nel dettaglio, sono saliti l’indice Rt ed il tasso di occupazione dei pazienti Covid sia nei reparti ordinari che in quelli di terapia intensiva. Scende lievemente, invece, l’incidenza dei casi settimanali rispetto alla precedente rilevazione.
Coronavirus, monitoraggio settimanale Iss: tornano in crescita i ricoveri in terapia intensiva
Sale ancora la curva epidemica nel nostro Paese. Nelle ultime settimane, il virus ha fatto registrare una crescita per la quale le istituzioni e gli esperti chiedono ai cittadini di non abbassare la guardia.
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La risalita dei contagi è emersa anche dall’ultimo monitoraggio della Cabina di Regia pubblicato questa mattina, venerdì 1 aprile, sul sito dell’Iss. Secondo il report, nell’ultima settimana è scesa lievemente l’incidenza dei casi che passa dagli 848 casi ogni 100mila abitanti di sette giorni fa agli 836. Sale l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici che si attesta a 1,24 (range 1,14 – 1,31) rispetto al 1,12 del precedente monitoraggio. L’indice rimane, dunque, sopra la soglia epidemica fissata a 1. In calo, invece, l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero che scende da 1,08 a 1,03 (1,00-1,05).
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Analizzando i dati delle strutture ospedaliere italiane, l’Iss evidenzia la risalita dei pazienti Covid in terapia intensiva il cui tasso di occupazione passa dal 4,5 al 4,7%. In crescita anche il livello di occupazione nelle aree mediche a livello nazionale che ad oggi è pari al 15,2%, mentre la scorsa settimana si attestava al 13,9%.
Infine, si legge nel documento, sono quattro, come la scorsa settimana, le Regioni/Province Autonome considerate a rischio alto a causa delle molteplici allerte di resilienza. Dodici sono, invece, quelle classificate a rischio moderato, mentre le restanti cinque a rischio basso.