Una ricerca internazionale basata su un campione di oltre 111mila pazienti ha raggiunto un risultato straordinario per una delle più grandi sfide neuroscientifiche: l’Alzheimer.
Grandi passi avanti per la neuroscienza. Dopo la recente conquista scientifica del dna, con la l’ultimazione del sequenziamento fino al 92% del genoma umano, la branca della biogenetica apporta un’altra grandiosa scoperta. Il nuovo trionfo scientifico riguarda una delle più grandi sfide a livello scientifico: l’Alzheimer, patologia attualmente incurabile.
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Alzheimer: individuati 75 fattori genetici
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Il morbo di Alzheimer è una specifica forma di demenza, si stima una percentuale che oscilla dal 50 all’80% dei casi delle principali forme di declino delle abilità mentali e intellettuali. Tale malattia neurodegenerativa intacca la regolare funzione chimica e metabolica del sistema nervoso e delle aree cerebrali, con conseguente compromissione, da lieve a grave, delle funzioni neurocognitive del paziente. Tra i sintomi più rappresentativi rientrano i disturbi della memoria e del linguaggio, associati a pensiero e comportamento disfunzionali.
In generale, gli esordi della malattia sono impercettibili e peggiorano col passare del tempo. Nonostante l’età rientri tra i principali fattori all’orine del suo sviluppo, tale degenerazione neuronale non è da considerare come fenomeno normale e consequenziale all’invecchiamento, ma un vero morbo che può seriamente compromettere la qualità della vita del soggetto che ne è affetto. Al momento i trattamenti attuali non sono in grado di curare la malattia, ma svolgono perlopiù una funzione di prevenzione e rallentamento dell’insorgenza degli stadi di sviluppo del morbo; ma nuovi risultati stanno innescando un nuovo cambio di paradigma.
La nuova scoperta rivoluzionaria proviene da una ricerca internazionale pubblicata su Nature Genetis. Lo studio, a cui ha partecipato anche l’università di Firenze, si basa su un campione di oltre 110mila pazienti affetti dalla patologia. Stando a quanto riporta l’abstract dell’articolo “Nuove intuizioni sull’eziologia genetica del morbo di Alzheimer e delle demenze correlate” di Celine Bellenguez et al, i ricercatori, provenienti da Europa, Stati Uniti e Australia, si sono basati su un campione di 111.326 pazienti e hanno individuato 75 aree del genoma umano associato al morbo di Alzheimer, di cui 42 nuovi: una grande conquista che apre finalmente nuove porte alla ricerca.