Prosegue l’inchiesta sul giallo di Trieste. Le ultime dichiarazioni del marito di Lilly, ospite a Quarto Grado nella puntata dell’8 aprile.
Ancora mistero sul caso di Liliana Resinovich, 63 anni di Trieste. Sono trascorsi quasi due mesi dalla sua sparizione, il 14 dicembre dello scorso anno, ma alcuna certezza marchia il l’evoluzione dell’inchiesta, che resta, pertanto, ancora a fascicolo aperto contro ignoti per sequestro di persona. Omicidio o suicidio; entrambe le piste circondano il giallo di Trieste: com’è morta Lilly?
La Squadra Mobile prosegue le attività investigative senza inutili rumori. Nel frattempo nuovi indizi ed esclusioni iniziano a sbrigliare il soffocante groviglio della morte di Liliana Resinovich. Negli attimi precedenti al decesso della 63enne triestina si è certi della totale assenza di violenza sul corpo della donna (questo è quanto riferito dall’esito dell’autopsia) e dell’esclusione della morte per intossicazione (stando ai risultati degli esami tossicologici).
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Prevale il mistero sul caso di Liliana Resinovich. In attesa degli esami irripetibili e botanici; nuove conferme arrivano dall’analisi della scientifica sui campioni di dna dei tre volontari. Il marito Sebastiano Visintin, l’amico e presunto amante Claudio Sterpin e il vicino di casa di Salvatore Nasti sarebbero innocenti: stando a quanto risulta dagli esami genetici per esclusione (attraverso la collazione dei dna dei tre uomini con le tracce di dna misto rinvenute sul cordino), i tre non sarebbero coinvolti nel giallo di Trieste. L’ipotesi prevalente resta, pertanto, quella del suicidio.
Teoria che non convince affatto il marito di Liliana. Ospite nella puntata di giovedì 8 aprile, Sebastiano Visintin ha ribadito la sua versione in diretta nazionale. Secondo quanto riferito nel noto programma italiano, la coppia non avrebbe “mai litigato”. Il discorso si affila e diventa tagliente con riferimento all’amico di vecchia data di Lilly, Claudio Sterpin: “vada dallo psichiatra. […] Peccato [mia moglie] non me ne abbia mai parlato […] forse provava paura o vergogna.”
Tra i dubbi più accesi resta l’assenza delle chiavi originali nonostante la mobilitazione della squadra di polizia, che “ha perquisito molte volte, […] non sono state mai trovate”. In seguito, Sebastiano non crede alla pista del suicidio e confessa sincero dolore per la perdita della moglie, in contrasto con la sua più totale indifferenza nei confronti del giudizio dell’opinione pubblica. Le sue parole tornano a scalfire la figura di Claudio Sterpin: “mia moglie ti voleva bene, ma forse tu hai visto o capito cose che non c’erano dentro Liliana. Lei forse se ne è accorta troppo tardi.”
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