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Casi

Nunzia Maiorano, la donna uccisa con 46 coltellate davanti al proprio figlio

Comincia oggi la rubrica di YesLife dedicata alle donne vittime di femminicidio. Uno spazio per ricordare tutte quelle fidanzate, compagne, mogli, che hanno subito sulla loro pelle la violenza di un ‘non amore’ folle e omicida. Raccontare le loro tragiche storie è fondamentale affinché la loro memoria non vada mai persa.

Il caso che raccontiamo oggi è quello di Nunzia Maiorano, 46enne di Cava de’ Tirreni (Salerno), uccisa nel 2018 per mano del marito Salvatore, che la massacrò colpendola con 46 coltellate.

Nunzia Maiorano (Foto dal web)

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Il primo incontro e la nascita del loro amore

Nunzia Maiorano e Salvatore Siani si conoscono intorno ai primi anni 2000, nella cittadina campana dove entrambi risiedono. Ci troviamo in provincia di Salerno, precisamente a Cava de’ Tirreni. Un incontro fortuito, inaspettato, quello tra l’allora 24enne Nunzia e il 32enne Salvatore. Lui lavora come barbiere: possiede un salone in centro, è molto bravo nel suo lavoro e l’attività procede a gonfie vele. Lei è una ragazza vivace e sorridente, con la passione per i lavori di sartoria, che svolge saltuariamente. Proviene da una famiglia numerosa e pertanto sogna di poterne avere, un giorno, una tutta sua.

Da quel primo incontro procede tutto in maniera molto veloce, i due si innamorano e molto presto decidono di convolare a nozze. “Il loro matrimonio è stato un fulmine a ciel sereno” dichiarerà successivamente la sorella di Nunzia, spiegando come, in famiglia, tutti erano rimasti stupiti dalla velocità con cui la loro storia era progredita. A coronare quell’apparente sogno d’amore, l’arrivo dei loro tre figli.

L’inizio dell’incubo

Dopo le nozze, i problemi all’interno della coppia non tardano ad arrivare. Salvatore è un marito assente: trascura la moglie ed i figli e non si occupa minimamente della gestione della casa. Non assolve le sue responsabilità economiche e questo crea un grande senso di disagio in Nunzia che si vede costretta e richiedere aiuto economico alla madre o ai fratelli, cosa che le causa grande umiliazione. A Nunzia mancano spesso i soldi anche per la spesa quotidiana o per i beni di prima necessità per i suoi bambini; continuamente fa presente questa situazione disagevole al marito che, nonostante non abbia affatto problemi di questa natura, si rifiuta di darle il denaro necessario.

Per questi motivi le liti tra le mura domestiche diventano sempre più frequenti. Sono litigi molto duri, sfuriate furibonde da parte di Salvatore che si sfoga violentemente sulla moglie. Iniziano così i continui ricoveri di Nunzia al pronto soccorso. La donna si reca continuamente per farsi medicare le ferite che il marito le ha procurato. Nonostante la situazione insostenibile, lei continua a far finta di nulla e nega; nega di fronte ai familiari e agli amici, nega di fronte alle domande dei medici che capiscono che le ferite riportate sul suo corpo non possono essere casuali come lei vorrebbe far credere.

C’è grande tensione, tutte le persone vicine alla Maiorano capiscono che c’è qualcosa che non va, ma aiutare una persona che nega l’evidenza, a volte è quasi impossibile.

Nunzia Maiorano e Salvatore Siani

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La decisione di lasciare il marito

Arriviamo al 2017, sono passati anni e la situazione continua a peggiorare, degenera. Arriva la goccia che fa traboccare il vaso: Nunzia scopre un tradimento (uno dei tanti) del marito e decide di non potersi costringere oltre a far finta di nulla. Inizia a parlare di quello che sta vivendo con i suoi familiari e a poco a poco inizia a farsi strada nella sua mente l’idea di chiedere la separazione dal coniuge. Comunica la decisione a Salvatore e decide di trasferirsi con il più piccolo dei suoi figli (5 anni) a casa della madre. L’uomo non si dà pace, rivuole a tutti i costi sua moglie, vuole ricostruire il rapporto, è corroso dalla gelosia, non riesce a concepire che la ‘sua donna’ possa diventare indipendente da lui.

Nunzia è ferma nella sua decisione, vuole stare lontana dal marito, ma al tempo stesso vuole continuare a garantire un’apparente normalità ai suoi figli. E’ proprio l’amore per loro che la spinge ogni mattina a tornare nella casa coniugale, dove sono rimasti a vivere il marito ed i due figli maggiori, per occuparsi della colazione e delle faccende domestiche. Ogni sera però torna, con il piccolo, a dormire da sua madre.

Il giorno dell’omicidio

E’ il 22 gennaio 2018, è mattina e Nunzia come sempre si trova a casa a preparare la colazione ai figli. E’ un lunedì, giorno di chiusura per i parrucchieri, a casa è presente quindi anche Salvatore. L’uomo esce per poco tempo per accompagnare i due figli più grandi a scuola. Nunzia è in compagnia del figlio minore, a cui sta preparando del latte. Salvatore rientra, si avvicina alla moglie e tenta l’ennesimo disperato approccio con lei. Prova ad accarezzarla, lei lo respinge. Lui piange, urla, si dispera, le ricorda che sono ancora marito e moglie, la prega di ripensarci e di dargli un’ultima possibilità. Lei si nega con decisione. Continua il litigio, aumentano le urla che giungono fino all’orecchio della madre di lei, che vive poco distante da quella casa. L’anziana signora arriva nell’appartamento dei due proprio nel momento in cui Salvatore si è accasciato a terra colto da un improvviso malore.

Le due donne gli si avvicinano ma a quel punto lui ha uno scatto, si rialza e con un colpo allontana la suocera facendola cadere violentemente sul pavimento. Ed è allora che si accanisce sulla moglie. La colpisce, calci, pugni, morsi, le strappa i capelli, afferra il suo coltello a serramanico e le sferra una raffica di coltellate, ben 46. Alla terribile scena sta assistendo anche il figlioletto che, in un tentativo disperato di fermare il padre, afferra un coltello e a modo suo cerca di colpirlo, riuscendo però solamente a graffiarlo al collo. Un furia omicida incontrollabile, quella di Salvatore. Dopo aver massacrato la moglie, rivolge il coltello a sé stesso tentando con poco successo di suicidarsi. Più tardi l’uxoricida dichiarerà di aver tentato di uccidersi per poter morire mano nella mano con la moglie.

Ai soccorsi giunti sul luogo, si presenta davanti una scena terrificante. Nunzia nonostante il corpo lacerato dalle ferite, è ancora viva, respira e tenta inutilmente di reagire. Il marito le giace a fianco e sembra apparentemente in condizioni peggiori. Vengono entrambi trasportati in ospedale dove, da lì a poche ore, la donna esalerà l’ultimo respiro. Salvatore invece sopravvive.

Il processo e la condanna definitiva

Inizia il processo di Salvatore Siani, l’uomo ammette di aver commesso l’omicidio. “Ho perso la testa” dice. E’ lucido, non mostra segni di pentimento, si limita al resoconto dei fatti. Dichiara di aver fatto uso di cocaina durante tutto il week end precedente l’omicidio e anche quella mattina stessa, chiuso nel bagno di casa, prima di scagliarsi sulla moglie.

La condanna definitiva della Corte di Cassazione è arrivata nel 2021, il ricorso della difesa, che voleva appellarsi all’incapacità di intendere e di volere dell’uomo, è stato dichiarato inammissibile. Salvatore Siani è stato condannato in via definitiva e dovrà scontare 30 anni di carcere.

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