Caso Liliana Resinovich, la verità sotto le suole; il marito: “Nessun biglietto d’addio in casa o in auto”

L’esito delle analisi botaniche è chiaro, ma contrasta con le dichiarazioni del marito di Lilly: la verità sotto le suole di Liliana Resinovich.

Arriva anche l’esito degli esami botanici di Liliana Resinovich a oltre 4 mesi dalla sua scomparsa. Ancora nessuna certezza sul giallo di Trieste: solo il mistero avvolge la morte della 63enne di San Giovanni. Conosciuta anche come Lilly, la donna è stata vista in vita per l’ultima volta lo scorso 14 dicembre. Il cadavere è stato rinvenuto il 5 gennaio all’interno del boschetto che circonda l’ex ospedale psichiatrico locale. Com’è morta Liliana? Il quesito continua a orbitare tra nuovi indizi, esclusioni e conferme. Nel frattempo la Scientifica va avanti, così come la Squadra Mobile.

 

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Il marito non crede al suicidio: “Nessun biglietto d’addio in casa o in auto

so Liliana Resinovich, la verità tutto le suole; il marito: "Nessun biglietto d'addio in casa o in auto"
Liliana Resinovich (Ansa)

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Nonostante non vi sia alcuna certezza e il fascicolo resti aperto contro ignoti per sequestro di persona, nuove convalide aggiungono peso all’ipotesi del suicidio. Sul piatto delle piste, quella suicidaria appare più verosimile agli occhi degli inquirenti. Un’ulteriore conferma arriva dai risultati degli esami botanici. La risposta è sotto le suole delle scarpe di Lilly: stando ai risultati delle analisi, la 63enne triestina si sarebbe recata da sola nell’area boschiva che circonda l’ex ospedale psichiatrico del quartiere a due passi dall’abitazione di Liliana. La signora Resinovich è stata rinvenuta in posizione fetale; il corpo ben conservato nonostante le rigide temperature dell’inverno. La salma era avvolta in diversi sacchetti di plastica, alcuni saldati, ma non stretti, al collo da un cordino con tracce di dna misto.

Escluso dagli indagati dopo l’esame genetico, insieme all’amico e al vicino di casa di Liliana, il marito Sebastiano Visintin prende parola a Mattino Cinque per ribadire la sua posizione in merito al caso. L’uomo non crede assolutamente alla teoria del suicidio: “Non credo avesse un appuntamento – ha rivelato nella nota trasmissione – “Quello era il nostro posto in primavera per cogliere i fiori […] d’inverno non ci siamo mai passati […] ogni tanto lei lo [il parco] attraversava con la bici senza mai fermarsi”. L’ipotesi resta al momento quella del suicidio, ma le ultime azioni compiute da Liliana in vita quella mattina del 14 dicembre non convincono i familiari.

“Vero, ho lavato l’auto la settimana dopo la sua scomparsa – ha continuato Sebastiano Visintin durante il programma – ma solo perché siamo andati in bici e la macchina era sporca di terra. […] Non ho trovato alcuna lettera di addio di Liliana [… altrimenti] l’avrei portata in questura. Non avrei avuto motivo di nasconderla: la cosa si sarebbe subito risolta“. Al momento la Squadra Mobile prosegue con le attività d’indagine senza inutili rumori.

 

 

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