Siena, baby gang al femminile terrorizzava le coetanee

Baby gang di bulle terrorizzava e umiliava le compagne con violente aggressioni poi riprese dal telefonino e diffuse in rete

E’ accaduta nella città di Siena la spiacevole vicenda che vede protagonista una vera e propria baby gang tutta al femminile. Il gruppo era composto da circa dieci ragazzine, tutte di età compresa tra i 14 ed i 15 anni, che si divertivano ad umiliare verbalmente e fisicamente le coetanee.

baby gang siena bulle
(Ansa)

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Si organizzavano tramite una chat WhatsApp denominata proprio ‘baby gang’, le circa dieci ragazzine senesi che si divertivano a seminare terrore tra le coetanee con aggressioni fisiche e verbali. Davano appuntamento alle vittime designate, spesso compagne di scuola, e poi si divertivano a perpetrare terribili atti di bullismo che riprendevano e poi diffondevano tramite social.

Baby gang di ragazzine bullizzava le coetanee. Tutte indagate

baby gang siena bulle
(Pixabay)

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Era diventata molto conosciuta nella zona la baby gang al femminile, capeggiata da una leader 15enne, che seminava terrore nella città di Siena. Il gruppo di bulle è stato scoperto dalla Polizia tramite una serie di perquisizioni personali e locali, delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze. Le indagini della Polizia sono iniziate nel dicembre dello scorso anno, quando una delle vittime aveva denunciato alcune aggressioni subite tra aprile e ottobre 2021. Una lunga e attenta attività investigativa, resa possibile dalle varie testimonianze delle vittime e al contempo dal monitoraggio dei social, ha permesso di sventare la baby gang portando alla luce gli atti criminali commessi. Secondo quanto emerso dalle indagini della Polizia, le aggressioni, circa dieci quelle accertate, erano avvenute nel periodo tra giugno 2020 e aprile 2022.

La gang operava sempre nella stessa maniera: attirava, con minacce, le vittime in luoghi isolati e lì avvenivano le aggressioni fisiche e verbali. Tali aggressioni venivano riprese con il telefonino e diffuse tramite social. L’intento era quello di annientare la reputazione delle vittime e di accrescere la forza intimidatrice del gruppo. Le componenti sono ora indagate e dovranno rispondere dei reati commessi.

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