Una guardia giurata di 62 anni è morta a Treviso dopo essere stato colpito da un malore: per il sindacato è stata colpa dei troppi straordinari.
Una guardia giurata di 62 anni che prestava servizio a Treviso è stato stroncato da un malore. L’uomo si sarebbe accasciato in terra venendo soccorso da alcuni passanti. Purtroppo, però, nonostante il repentino arrivo dell’ambulanza per lui era ormai troppo tardi.
A commentare l’accaduto la segretaria generale della Fisascat Patrizia Manca la quale ha denunciato – nuovamente- come orari di lavoro massacranti possano portare a tali tragici epiloghi. Stando a quanto dichiarato dal sindacato, il vigilantes deceduto stava facendo troppi straordinari.
Si chiamava Antonio De Marco la guardia giurata di 62 anni deceduta a Treviso mentre si trovava a lavoro. L’uomo, dipendente della Sicuritalia, avrebbe accusato un malore accasciandosi a terra.
A soccorrerlo riportano i colleghi della redazione di Leggo, alcuni passanti. Repentina la chiamata ai soccorsi sopraggiunti sul posto con un’ambulanza. Purtroppo, nonostante i tentativi di rianimazione operati dai sanitari, per il 62enne non c’era più nulla da fare. È stato possibile solo constatarne il decesso sopraggiunto a causa di un infarto fulminante. De Marco lascia una moglie e due figli.
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Quanto accaduto è stato oggetto di commento da parte della segretaria generale della Fisascat Patrizia Manca. La massima carica della nota sigla sindacale – riferisce Leggo citando Il Corriere della Sera– ha spiegato come la vicenda si inserisca in un quadro già più volte denunciato. I cosiddetti vigilantes, infatti, sarebbero assoggettati a turni massacranti, stipendi irrisori e soprattutto lavorerebbero in piena violazione dei loro diritti, soprattutto quelli riguardanti il tema della sicurezza.
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A far da eco alle sue parole, quelle di Rosario Gambino, delegato Fisacat il quale ha affermato come De Marco, loro iscritto, faceva troppi straordinari. A causa della mancanza di personale era costretto ogni giorni a percorrere quattrocento chilometri.
Il suo non era peraltro un caso isolato. Un suo collega, nel mese di dicembre, avrebbe accusato un malore. Fortunatamente – però- sarebbe riuscito a salvarsi. Nonostante un infarto in corso, sarebbe giunto fino in ospedale. Sottoposto ad un intervento d’urgenza si sarebbe ripreso, tornando a lavoro due mesi dopo.
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