Massimo Giletti a cuore aperto: “Mi chiamavano l’uomo di plastica”

Massimo Giletti è un giornalista affermato e un conduttore molto apprezzato nel mondo della televisione italiana.

La sua carriera in tutti questi anni è stata riempita da tanti successi dovuti alla sua preparazione culturale e al suo continuo interesse e fame d’informazioni nei confronti del nostro Paese e delle storie che ci circondano.

Massimo Giletti
Giletti (Instagram)

Sono tanti i programmi in cui Giletti ha lavorato, ottenendo un ottimo riscontro: Non è l’Arena, Mattino in Famiglia e Mezzogiorno in famiglia sono solo alcuni di questi. La sua formazione è stata possibile grazie alla laurea in Giurisprudenza presa a pieni voti e al suo desiderio di crescita professionale che lo ha spesso spinto a viaggiare per girare il mondo e conoscere culture e abitudini differenti. Massimo Giletti è un uomo serio e professionale, un grande lavoratore stimato dai suoi colleghi per la passione e la dedizione messi in ogni progetto, come traspare anche ai telespettatori che seguono attivamente i suoi programmi ed i suoi interventi ricchi di significato.

Massimo Giletti racconta della sua malattia, un momento drastico

Giletti
Giletti (Instagram)

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L’affetto che lega il pubblico a Massimo Giletti è in assoluto meritato dal conduttore che mette sempre tutto se stesso per la riuscita di un programma che possa essere interessante per i telespettatori e stimolante da un punto di vista culturale.

Massimo durante un’intervista ha raccontato un momento della sua infanzia molto delicato che gli ha inevitabilmente cambiato la vita per sempre. “Ero molto piccolo e sono stato colpito da una brutta scoliosi, mi chiamavano l’uomo di plastica“, ha confessato Giletti ricordando quei momenti ancora vivi nella sua mente. La malattia lo costringeva a portare molti busti e corpetti e questo era invalidante in molte situazioni pratiche della vita. Ad ogni modo però, da ogni esperienza si impara qualcosa, da questa Massimo ha capito che nella vita ogni momento è prezioso, che il dolore va gestito con dignità e a causa delle tante volte in cui è entrato ed uscito dagli ospedali, ha capito sulla sua pelle la sofferenza degli altri.

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