L’impatto dei fitofarmaci sugli ecosistemi è preoccupante, lo sottolinea un nuovo studio francese. Esistono però anche possibili soluzioni.
Preoccupanti impatti sulla biodiversità e sui servizi eco-sistemici, queste le conseguenze dei fitofarmaci secondo uno studio francese condotto dal 2020 a oggi.
La ricerca è frutto del lavoro congiunto dell’Istituto nazionale della ricerca agronomica (Inrae) e dell’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (Ifremer) e ha coinvolto oltre 50 esperti nell’arco di due anni. Non tutto, però, è perduto, lo studio suggerisce anche possibili soluzioni al problema.
La ricerca, risultato di un approccio multidisciplinare, ha coinvolto esperti in diverse discipline come l’ecotossicologia, la chimica ambientale e la biologia, ma anche la sociologia, l’economia e il diritto. I ricercatori hanno vagliato oltre 4000 fonti di letteratura scientifica e hanno elaborato alcuni scenari di impatto di queste sostanze sull’ambiente.
Tra le conseguenze dell’uso di fitofarmaci troviamo la contaminazione ambientale, con predilezione per le aree agricole vicine ai luoghi di utilizzo di queste sostanze, ma con una diffusione capillare che può arrivare addirittura agli oceani.
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“In alcune zone costiere“, spiega infatti Wilfried Sanchez, direttore scientifico dell’Ifremer “sono state trovate sostanze come il glifosato, con concentrazioni dell’ordine del microgrammo per litro, ovvero 100 o 1000 volte più di altre molecole“.
Non solo contaminazione del suolo e del mare, ma anche conseguenze sulla biodiversità. Lo studio ha infatti evidenziato come i fitofarmaci possano essere una delle cause di declino delle popolazioni. Invertebrati terrestri e uccelli le specie più a rischio.
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Esistono poi impatti indiretti dei prodotti fitosanitari, legati alla mancanza o alla contaminazione di ciò di cui si nutrono alcune specie. Ad esempio, alcuni uccelli vedono contaminati i semi che mangiano, con effetti quali la perdita di orientamento, l’alterazione delle capacità di volo o deficit immunitari.
L’articolo suggerisce però anche alcuni soluzioni: limitare l’utilizzo di fitofarmaci, la quantità e tener conto di fattori naturali come vento o pioggia nei momenti di trattamento può essere un primo passo per migliorare il loro impatto sull’ambiente.
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