Un tatuaggio per nome: identificato il cadavere a Busto Arsizio

Sul ciglio di una strada, buttato come uno scarto, l’uomo era già morto. Ma le indagini hanno fatto emergere nuovi dettagli.

E’ sabato mattina quando, lungo la statale 336 a Vaganzello, tra le province di Milano e Varese, un uomo è stato trovato in fin di vita. Il suo corpo, martoriato da segni di un terribile massacro, era sull’asfalto, senza vita. Impossibili i soccorsi per l’uomo che, a detta degli agenti accorsi sul posto, avrebbe tra i 20 e i 30 anni.

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(Bethany Ferr – Pexels)

Poche informazioni, pochissimi dati che possano dare un nome e un volto all’uomo ucciso. Una vita spezzata e senza un movente. La vittima, di probabile origine nordafricana, è stata trovata a torso nudo e con il volto tumefatto, con evidenti cicatrici. Nulla di lui lo identifica: addosso non aveva documenti, le sue impronte digitali non risultano in nessuna banca dati.

Una stella, un cuore e il simbolo dell’infinito: i tatuaggi svelano particolari

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(Dorinel Nedelcu- Pixabay)

La Procura di Busto Arsizio, nel Varesotto, avrebbe diffuso oggi le fotografie dei tatuaggi sul braccio della vittima. La polizia avrebbe poi pubblicato la foto dell’anello del giovane cadavere: un anello a forma di teschio. Si cerca l’identità, si indaga per capire le dinamiche. Ma il suo volto, storpiato dai pestaggi, resta irriconoscibile.

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Le fotografie diffuse dalla Procura sono cinque: sono i tatuaggi che la vittima aveva sul proprio corpo. Diverse stelle tatuate sull’avambraccio sinistro, un cuore e il simbolo dell’infinito. Inoltre, presenti anche alcune scritte “I Walid mama” e la parola “Salwa”. Sull’addome, in particolare sul basso ventre, il cadavere presentava la parola “Prinse”.

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Altri dettagli che cercano di identificare il cadavere della statale: un tatuaggio presente sulla schiena raffigurerebbe 4 carte da gioco, una palla da bowling con il numero 8 e la scritta “L’exTuZg”; all’interno del polso, oltre al simbolo dell’infinito e ad un cuore la parola “HAYAT” e sulla coscia, una corona con la parola “King” sottostante. Simbologie e parole che, ad oggi, non hanno ancora portato alla luce la verità su quanto accaduto.

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