La tragedia si è consumata nella notte tra il 17 e 18 febbraio: il piccolo, appena 8 anni, è morto dopo aver mangiato una pizza Fraich’Up Buitoni.
Un bambino di 8 anni è morto dopo aver mangiato una pizza congelata. La tragedia risale alla notte tra il 17 e 18 febbraio in Francia. Lo riporta il media Midi Libre. L’insolita notizia non è nuova per l’Esagono: siamo di fronte al secondo caso dopo il consumo di una pizza surgelata. Sempre le Midi Libre ha riferito un simile dramma; questa volta il 12 aprile: la vittima, una bambina di 12 anni, è finita in stato vegetativo. Proprio come il bimbo, anche la ragazza aveva gustato una pizza Buitoni della linea Fraîch’Up.
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Due bambini vittime della pizza Buitoni: l’intossicazione
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Un altro caso di intossicazione su minore dopo la consumazione di una pizza surgelata. Il marchio è sempre lo stesso, la Buitoni della linea FraîchUp. Stando a quanto riportano i principali media francesi, all’origine di entrambi i drammi, lo stato vegetativo della 12enne e il decesso del bambino di 8 anni, vi è una grave infezione batterica da Escherichia coli. Il prodotto alimentare Netslè è stato ritirato dal mercato francese a livello preventivo, ma continuano ad arrivare segnalazioni di casi simili sul territorio nazionale. Dal 17/18 febbraio, data del decesso del piccolo; si è registrata un’altra tragedia in meno di due mesi.
Il 12 aprile, la giovane Léna, 12 anni, è precipitata in stato vegetativo dopo aver mangiato la pizza surgelata. La vittima ha contratto l’infezione a un livello talmente grave da non essere più in grado di “reagire, comunicare e rispondere a stimoli sonori e visivi”. I casi continuano a moltiplicarsi, specialmente a causa della scarsa informazione tra la popolazione: le fonti ufficiali delle autorità sanitarie francesi hanno contato dall’inizio del 2022 53 casi di sindrome emolitico uremica, di cui 51 correlati a STEC O26 e 2 a ceppi STEC O103. Ad accomunare i dati sono l’età delle vittime, tutti bambini; a parte due ultra novantenni.
L’inchiesta è stata avviata a inizio mese di aprile su decisione del prefetto locale di bloccare la produzione e distribuzione delle pizze congelate sul mercato nazionale. Lo stabilimento Caudry è finito sotto indagine: stando a quanto riporta Agence France Presse, il locale è stato chiuso dopo alcuni accertamenti eseguiti tra il 22 e il 29 marzo. Secondo quanto riporta il comunicato della Direzione dipartimentale per la protezione delle popolazioni (DDPP), all’interno dell’ambiente vi erano topi e altri tipi di roditori: le scarse condizioni igieniche del luogo hanno con alta probabilità contribuito all’origine della contaminazione infettiva, coadiuvate da altre inosservanze organizzative e logistiche, come la totale assenza di manutenzione e pulizia delle aree industriali.
Il 6 aprile il prefetto della zona sulla base della contaminazione di Escherichia coli in relazione al consumo di pizze della linea Fraîch’Up di Buitoni, che fa parte del gruppo Nestlé, ha deciso di bloccare la produzione della pizza Buitoni nello stabilimento di Caudry. La decisione di chiudere il sito, diffusa dall’agenzia France Presse, arriva dopo due accertamenti effettuati il 22 e 29 marzo da agenti della Direzione dipartimentale per la protezione delle popolazioni (Ddpp). Le ispezioni hanno evidenziato “gravi carenze in termini di igiene”, segnalando “la presenza di roditori”, una “mancata manutenzione e pulizia delle aree produttive” o addirittura “l’estrazione dell’aria insufficiente”. “Queste anomalie costituiscono un’importante fonte di contaminazione biologica, fisica o chimica dei prodotti alimentari movimentati”. La ripresa dell’attività è ora subordinata al rispetto delle norme vigenti in materia di igiene dei locali, delle attrezzature e delle derrate alimentari.
Le autorità sanitarie francesi hanno invitato la popolazione alla prudenza ricordando i sintomi principali dell’infezione batterica. Oltre a dissenteria, spesso nella forma muco-emorragica, la contaminazione infettiva si cela in sintomi come nausea, vomito, alta sonnolenza, fatica e dolore all’altezza dell’addome; nella lista rientrano anche i più comuni sintomi influenzali, con una linea di febbre non oltre i 38°C.