Il leader democratico degli Stati Uniti ha dichiarato questo lunedì 23 maggio il pronto intervento militare degli USA per difendere Taiwan in caso di effettiva invasione cinese sul territorio.
Il conflitto russo-ucraino non è più l’unica preoccupazione a livello mondiale. A scuotere il già teso scenario internazionale c’è anche l’acuirsi della drammaticità dei contrasti tra Cina e Taiwan; e proprio sulla questione Taiwan è intervenuto questo lunedì, 23 maggio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Durissime le parole del leader democratico nei confronti di Pechino. La sua dichiarazione odierna non lascia dubbi: gli USA sono pronti a intervenire militarmente per difendere lo Stato insulare in caso di effettiva invasione cinese sul territorio.
La questione taiwanese, retaggio dei contrasti del XX secolo, è un nodo irrisolto all’origine della secolare e costante tensione visibile ancora oggi tra Cina e Taiwan.
Il severo intervento del presidente degli Stati Uniti in occasione della conferenza stampa a Tokyo con il premier giapponese Fumio Kishida, è indirizzato verso Pechino. Le dure parole del leader democratico di questo lunedì 23 maggio sono state trasparenti con riferimento alla secolare questione taiwanese: nell’eventualità di un potenziale attacco cinese sul territorio di Taiwan, gli Stati Uniti saranno pronti a intervenire militarmente in difesa dello Stato insulare.
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La dichiarazione esplicita di Joe Biden bacchetta Pechino, accusata di “scherzare con il fuoco” ogni volta che sorvola la volta dell’isola. La probabilità di invasione cinese sul territorio di Taiwan, che resta molto alta nello scenario del conflitto russo-ucraino, è inconcepibile agli occhi del presidente USA; l’aggressione “sarebbe un’azione simile quello che è accaduto e sta accadendo in Ucraina.”
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Se Taiwan ha apprezzato l’intervento del leader Joe Biden, lodando l’impegno degli Stati Uniti, la risposta di Pechino sulla questione non è tardata. Il nodo taiwanese resta “una questione entro i confini della Cina: non c’è spazio per compromessi o concessioni”. La volontà del Paese riecheggia nelle parole del portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. Nessuna figura deve sottovalutare “la sovranità nazionale e integrità territoriale della Cina e la sua volontà di difenderla con viva determinazione […] Non si può resistere di fronte a 1,4 miliardi di cinesi.”
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