Nathaly Caldonazzo a Yeslife: “Aver subito violenza mi ha aiutato a…”

Intervista esclusiva a Nathaly Caldonazzo premiata al Campidoglio per il progetto artistico Squatalized con Vito Bongiorno 

Lunedì 23 maggio nella Sala della Promoteca in Campidoglio a Roma, si è tenuto il Premio Donne D’Amore, organizzato dall’Associazione Naschira, partner di BarrettInternational Group di Virginia Barrett, operante da tempo sul territorio Nazionale in ambito sociale e culturale e con il patrocinio morale dell’Assemblea Capitolina.

Durante la manifestazione è stato presentato il libro Donne D’Amore – Racconti e non solo edito da HeraldEditore di Roma, facente parte della Cooperativa Sociale Infocarcere, con la Prefazione dell’On. Simonetta Matone e l’Introduzione dell’On. Davide Bordoni.

Nathaly Caldonazzo, premiata al Campidoglio

Tra i tanti ospiti erano presenti anche Aida Yespica, Manila Nazzaro e Nathaly Caldonazzo. La showgirl ed ex gieffina ha collaborato con Vito Bongiorno alla realizzazione del progetto pittorico Squartalized, attraverso il quale vengono rappresentati gli stati d’animo e le ferite di chi ha subito violenza fisica o psicologica.

Noi di Yeslife abbiamo partecipato all’evento e le abbiamo fatto qualche domanda riguardo al suo ultimo lavoro che tocca un argomento molto delicato.

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Cosa rappresenta per lei il progetto artistico per cui sta lavorando? 

Squartalized significa squarcio paralizzante e sta a significare proprio la violenza subita nell’anima. Quando una donna viene ferita fisicamente o emotivamente dall’uomo. Nello specifico Squartalized significa che sei ancora viva e che la ferita ha a che fare con l’anima e deriva da un uomo violento accanto, una figura narcisista, una persona che semplicemente invidia il tuo essere donna, il tuo essere piena di luce. Quindi, noi con questo progetto vogliamo mettere su tela queste emozioni.

Perché Squartalized?

Ho voluto coniare questo termine perché manca nel vocabolario. Manca questo squarcio che ti paralizza quando subisci una violenza emotiva o fisica.

Per lei il progetto è stato un mezzo per prendere atto della violenza subita?

Sicuramente noi artisti quando lavoriamo mettiamo su qualunque supporto le nostre emozioni e averle provate personalmente aiuta a dare un significato più incisivo.

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Un consiglio che vuole dare a tutte le donne? 

Il no contact assoluto, chiudere ogni forma di contatto.

BEATRICE MANOCCHIO