Spesa al supermercato, la furia dei clienti e dei consumatori è senza precedenti: cambia tutto, cosa sta succedendo.
Nessuno poteva prevedere che nel 2022 le cose sarebbero state così complicate. In questi giorni, tutti hanno sentito parlare di inflazione. Il rincaro di ampia portata sta mettendo in ginocchio la popolazione: i prezzi di forniture, di beni, servizi, prodotti, alimenti e cibo sono schizzati alle stelle. Dopo la pandemia di coronavirus che ha mandato KO diversi settori (soprattutto il turismo), la Guerra scoppiata in Ucraina ha stravolto gli equilibri economici dell’Europa e del mondo.
Per quanto concerne la spesa al supermercato, si registra un cambiamento importante. La novità sta facendo infuriare i clienti e i consumatori di tutto il Paese. In allerta anche l’antitrust: secondo alcuni, le aziende e i punti vendita stanno adottando strategie scorrette di commercio.
Spesa al supermercato: l’ultima novità sta facendo infuriare tutti
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In questi giorni, in Italia, la parola inglese ‘shrinkflation’ sta spaventando tutti. Anche l’autorità Garante della concorrenza e del mercato ha deciso di analizzare la questione per capirci qualcosina in più. Le aziende, in pratica, stanno riducendo la quantità di prodotto presente nelle confezioni pur di mantenere il prezzo invariato. La pratica di shrinkflation fa ovviamente parte della categoria delle pratiche commerciali scorrette. Le associazioni dei consumatori vogliono ovviamente tutelare i clienti e hanno lanciato l’allarme.
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Secondo le stime, in 613 casi si sta verificando una diminuzione della quantità in confezione con addirittura un aumento del prezzo, mentre in 788 casi si è verificato solamente un calo di quantità. Facile trovare una barretta di cioccolato che pesa 90 grammi, quando fino a pochi giorni fa ne pesava 100. Anche le bevande vengono vendute in bottiglie da 1,35 litri, e non più in quelle da 1 litro e mezzo. Numerose le denunce e le segnalazioni: la maggior parte dei clienti non focalizza la sua attenzione sulle confezioni e sulle etichette. Da oggi in poi, quindi, c’è un motivo in più per farlo.