Approvata in Spagna la nuova legge contro la violenza sulle donne “solo sì è sì”. L’attenuante dell’abuso non esiste più: qualunque atto sessuale senza consenso sarà considerato stupro
In Spagna, il Congresso dei deputati ha approvato una nuova legge per la tutela e la difesa delle donne. “Solo Sì è Sì” è il nome della nuova legge contro la violenza sulle donne. Ogni atto sessuale senza consenso verrà riconosciuto come stupro e trattato di conseguenza. Non esisterà più la figura giuridica dell’abuso utilizzata durante i processi, dagli avvocati degli aggressori, per ottenere le relative attenuanti.
Una vera e propria svolta per la Spagna che “da oggi è un Paese più libero e sicuro per tutte le donne” come ha detto la ministra dell’Uguaglianza, Irene Montenero. Il disegno di legge cancellerà tutte le possibili attenuanti per la violenza sessuale: niente più abusi ed equivoci, se manca il sì della donna, qualunque atto sessuale nei suoi confronti verrà classificato come stupro.
Nuova legge contro la violenza sulle donne in Spagna. Ogni atto sessuale senza consenso sarà considerato stupro
Il disegno di legge per la Garanzia globale della libertà sessuale, era stato presentato al governo il 7 luglio 2021 e con 201 voti favorevoli, 140 contrari e 3 astenuti, è stato approvato dalla Sessione Plenaria del Congresso dei Deputati il giorno 26 maggio. Per l’approvazione definitiva si deve comunque attendere l’esame del Senato, che però dovrebbe trattarsi di una semplice formalità.
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Nella riforma rientra anche il reato di violenza digitale. Anche quei casi di estorsione sessuale, in cui immagini e contenuti espliciti vengono diffusi via web senza il consenso della persona coinvolta, saranno considerati violenza.
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La nuova legge arriva in Spagna ad anni di distanza dall’assurda sentenza del 2016, che condannò solo per abuso e non per stupro, i cinque uomini che a Pamplona, durante la festa di San Fermìn, aggredirono una ragazza di Madrid. L’accaduto aveva suscitato grandi proteste nel Paese e pertanto 3 anni dopo, il caso venne riesaminato e la sentenza ribaltata dalla Corte Suprema che condannò a 18 anni di carcere gli aggressori.